Fannie Mae, nuovo Sos al governo

AIUTI Chiesti 15 miliardi di dollari dopo una perdita che ha sfiorato, tra luglio e settembre, i 20 miliardi

Far quadrare i conti con così tanta gente a spasso è una missione impossibile. E infatti, Fannie Mae non ce l’ha fatta: nel terzo trimestre le perdite sono ammontate a 19 miliardi di dollari, il 35% in meno rispetto a un anno fa, ma in netto aumento se confrontate ai 14,8 miliardi di dollari di rosso del trimestre precedente. In ogni caso, una voragine troppo vasta per non dover ancora bussare alla porta del governo con la richiesta di altri 15 miliardi di aiuti. Fannie Mae ha già utilizzato 60,9 dei 100 miliardi di dollari della linea di credito messa a sua disposizione dal Tesoro; con la nuova domanda di soccorso, l’ammontare complessivo del prestito pubblico a Fannie Mae arriverebbe a circa 61 miliardi.
La società continua ad assistere a un’impennata di insolvenze tra i titolari di mutui e prestiti, che hanno raggiunto il 4,7 per cento rispetto ai prestiti totali concessi, secondo quanto risultava alla fine del mese scorso. Fannie Mae, nazionalizzata lo scorso anno, indica nei 22 miliardi di dollari di spese relative ai crediti la causa della voragine. Tali spese comprendono le svalutazioni e i costi sostenuti per modificare le condizioni dei mutui a favore dei clienti, secondo il piano governativo di moratoria sugli sfratti. L’istituto ha inoltre rinfoltito gli accantonamenti per i prossimi trimestri, aspettandosi ulteriori svalutazioni per tutta la durata del 2010. «Pare evidente che resteranno in questo stato a tempo indeterminato», dice Rajiv Setia, debt strategist di Barclays Capital a New York. «Non c’è verso di privatizzarli in questa situazione. Potrebbe volerci un decennio pieno».
Il continuo incremento della disoccupazione in America mette d’altra parte sempre più famiglie in difficoltà; in alcuni Stati, come Florida e Nevada, queste percentuali salgono anche oltre l’11 per cento. Diventa così sempre più problematico riuscire a far fronte alle rate dei mutui o dei prestiti. Fannie Mae era stata salvata dal dissesto assieme a Freddie Mac a metà 2008. Messi assieme questi due gruppi controllano circa 31 milioni di mutui in America, per un valore totale stimato a 5.500 miliardi di dollari.
Nei giorni scorsi, secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, si era parlato di trattative tra Fannie Mae e Goldman Sachs per comprare milioni di dollari di crediti fiscali dal gigante dei mutui. L’operazione si scontra però con il potenziale semaforo rosso del Tesoro.

L’amministrazione Obama teme gli effetti di un accordo che in sostanza ridurrebbe il carico fiscale di Goldman Sachs, alla luce della tensione che esiste tra molti parlamentari e Wall Street, e in particolare Goldman Sachs. Inoltre è molto forte a Washington la preoccupazione di non far percepire che Goldman venga trattata in modo privilegiato rispetto alle altre banche.

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