Fanno tappa in Accademia i «mutanti» del XXI secolo

Fanno tappa in Accademia i «mutanti» del XXI secolo

Sotto la direzione di Eric de Chassey, anche curatore della mostra in corso, Villa Medici ospita una suite di esposizioni monografiche sul tema dell’identità, attraverso il contributo di cinque artisti dalle complesse vicende biografiche e appartenenze culturali. In tutti i casi si tratta di novità nel panorama espositivo di Roma, città nella quale la ricerca sulla stratificazione degli elementi che definiscono e ricostruiscono un senso identitario trae materia cospicua e una collocazione ideale nel quadro di un confronto aperto tra epoche e tra culture. In una situazione globale in cui le stesse espressioni di «integrazione», «coabitazione», «salvaguardia della proprie tradizioni», appaiono inadeguate e non è ancora chiaro cosa ne sarà, al di là dei termini, dei concetti a cui fanno riferimento, l’arte può indicare la propria direzione. Nei quadri di Djamel Tatah alcune figure si muovono lente, venendo via via disattivate nella propria individualità; eppure un senso antico della pittura resiste e ammorbidisce gli abiti, che quasi diventano antichi drappeggi. Su un bianco totale alcune figure addirittura abbandonano il suolo per una delicata ascensione, forma nota nella pittura tradizionale di trasmutazione di stato. Pittura, scultura, installazioni, video, grafica; varie tecniche si succedono nell'opera degli artisti in mostra, perché anche gli strumenti di lavoro, come le idee, i corpi e insieme ad essi, favoriscono la migrazione costante. Propria di Adrian Paci (albanese) è la ricerca sul ruolo dell’artista, sul senso della nazionalità, sul mestiere di proporre delle risposte, qui presentata con alcuni video e due opere concettuali su carta. Ellen Gallagher mostra un segno flessuoso e concentrico di intenso dinamismo, grandi quadri a decoupage dipinto e un’installazione multimediale in collaborazione con Edgar Cleijne. Nato in Algeria e ora diviso tra Parigi a New York, Abdessemed presenta video e installazioni di impatto forte e centrate sull’agire veloce, in una ridefinizione della spettacolarità dell’immagine.

Con Dean e la sua telecamera termica, persone che camminano o scene di corrida diventano macchie di colore in movimento. La mutazione è in corso, e i mutanti sono gli artisti stessi con delle azioni che generano di continuo nuove forme di identità.
Info: I mutanti, Accademia di Villa Medici.

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