Per far crescere il Pil spostate a domenica tutte le festività civili

Si cambia anche per le festività civili, che verranno celebrate la domenica. La stretta decisa dal ministro dell’Economia non è una novità - nel ’77 Andreotti abolì sette festività, compresa l’Epifania, in piena crisi petrolifera, e toccò a Craxi ripristinarla - ed è legata al calcolo del Prodotto interno lordo. Si tratta di pochi decimali di punto del rapporto deficit-Pil, che però possono tornare utili a centrare gli obiettivi europei. In totale la cifra si aggirerebbe intorno a 1 miliardo di euro (meno di un punto di Pil). L’esclusione delle ricorrenze religiose riduce di fatto a sole tre le festività da abolire. Il 25 aprile, festa della liberazione dal nazifascismo, il Primo maggio, festa dei lavoratori. C’è anche il 2 giugno, che era stato abolito dalla legge del 1977, ma che poi è stato reintrodotto nel 2000 su impulso dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.


Per fare un esempio sul 2012, la Liberazione si dovrebbe festeggiare il 23, il Primo maggio verrebbe anticipato al 30 aprile e la festa della Repubblica «festeggiata» invece il giorno precedente, il primo giugno. Il tutto per evitare che, con le festività che cadono nel mezzo della settimana, si possano effettuare «ponti» e fermare la produzione.
Ma sindacati, Anpi e partiti di sinistra si sono già messi di traverso

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