Se per gli alunni dei paesini più isolati, la scuola on line ha significato una specie di rinascita, per un'altra fetta di studenti ha rappresentato un'esclusione. Come se la coperta fosse sempre troppo corta per coprire tutti realmente. Sono 1,6 milioni gli studenti «esclusi» dalle aule telematiche e sono numerosissime le lettere delle maestre, soprattutto delle scuole del sud, che hanno scritto al ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, per dire che molti bambini non hanno un computer o un telefonino da cui connettersi alle lezioni sulle piattaforme on line. Risultato: questi studenti restano da soli, abbandonati a se stessi. Con i genitori che, avendo perso il lavoro, non sono assolutamente in grado di comprare un pc portatile al figlio.
«Al momento non abbiamo alternative» ha detto il ministro. Vero, soprattutto in questa fase di emergenza in cui si è imbastito un nuovo metodo dall'oggi al domani. Ma le insegnanti segnalano situazioni al limite: genitori che non sono in grado di aiutare il figlio di sei anni a connettersi il telefonino, famiglie che vivono in cinque in un bilocale dove solo l'idea di ascoltare una lezione on line è impensabile. I ragazzini che fino a febbraio venivano seguiti dalle parrocchie per i compiti ora sono soli e chissà se a settembre si iscriveranno nuovamente all'istituto professionale o troveranno qualche lavoro occasionale. Se il canale dell'informatica non arriva a tutti, la tv invece è in ogni casa. Si è quindi pensato di utilizzarla per le lezioni «a domicilio» e, non a caso, i firmatari della petizione presentata al ministero dell'Istruzione per le lezioni in tv c'è anche il centro Alberto Manzi di Bologna, intitolato al «maestro della televisione italiana» che, con la sua trasmissione «Non è mai troppo tardi» puntava ad alfabetizzare gli adulti che non sapevano né leggere né scrivere. La petizione, lanciata su Change.org chiede di «usare parte dei palinsesti della tv di Stato per raggiungere con programmi educativi e didattici ad hoc tutte quelle famiglie che non dispongono in questo momento né di dispositivi tecnologici né della possibilità di connettersi alla rete». Per ora Rai Scuola ha deciso di trasmettere lezioni al mattino: 9.30 matematica, 10.30 latino e greco.
Altro punto debole della catena della scuola on line sono gli insegnanti: i più giovani si sono lanciati su Zoom e FaceTime senza particolari problemi, tanti altri non sono in grado di utilizzare gli strumenti tecnologici o di creare materiali didattici ad hoc: solo il 20% dei professori ha seguito un corso di alfabetizzazione digitale e solo il 24% degli istituti prima del Covid aveva una programmazione adattabile alle lezioni on line.
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