Farsi «stirare» adesso sarebbe proprio assurdo

Farsi «stirare» adesso sarebbe proprio assurdo

Sampdoria: a questo punto, pur se un ingresso così autorevole in Europa League meriterebbe di per sé una cascata di applausi, farsi «stirare» a Palermo sarebbe un peccato mortale. Dal 1946 ad oggi due sole volte, prima dell'attuale, il calcio italiano di serie A aveva salutato una serie di 5 vittorie blucerchiate in fila. Il primo pokerissimo fu centrato dal 6° all'11° turno del campionato 1983/84, alla guida di Renzo Ulivieri, da Pellegrini, Vierchowod ,Pari e Mancini - precursori della Sampd'oro - in compagnia dei Bordon, Galia, Renica, Casagrande, Scanziani, Marocchino, Brady e Zanone. Il secondo, dal 18° al 22° turno del campionato 1990/91, alla guida di Vujadin Boskov, fu merito dei 4 moschettieri della prima ora cui si erano via via felicemente affiancati i Vialli, Mannini, Pagliuca, Lombardo, Dossena, Lanna, Invernizzi, Ivano Bonetti, Branca e Mikhailichenko (Cerezo era infortunato).
Il pokerissimo centrato dal 32° al 36° turno del corrente campionato dalla squadra dei Palombo, Cassano, Pazzini, Storari e compagni guidati da Gigi Del Neri (anticipato da due brillanti poker ottenuti dal 1° al 4° turno e dal 21° al 24°) verrà insomma incastonato nella storia della Sampdoria a lettere di bronzo: a fedele testimonianza dell'avvicinamento prudente ma costante dell'illuminata gestione Garrone alla caleidoscopica presidenza di Paolo Mantovani.
Perché, di grazia, farsi «stirare» a Palermo se al 7° campionato d'eccellenza la Sampdoria di Garrone guidata in via successiva da Mazzarri e Del Neri risulta quarta assoluta in serie A (con tre passaggi in Europa e una finale di Coppa Italia), preceduta soltanto da Inter Milan e Roma, per somma di punti conquistati? Perché l'ha detto Rodomonte Zamparini che godrà del vantaggio di disputare l'ordalia nella bolgia del cortile di casa? Beh, non si dice bugia se si ricorda che era una bolgia non meno terrorizzante - anzi! - pure l'Olimpico giallorosso a corona della sfida mortale della settimana scorsa: e sappiamo tutti com'è andata. Quando a 6 turni dal traguardo fu lanciato lo sprint alla Champion's e all'Europa League, unanimemente si sentenziò che il percorso obiettivamente più impervio fra Sampdoria, Palermo, Napoli, Juventus, Genoa e Fiorentina toccasse proprio alla squadra di Del Neri: e sappiamo tutti com'è andata.
Non farsi «stirare» a Palermo sarebbe bello e istruttivo pure per via di quanto ricordavo la settimana scorsa, che cioè nel rapporto con la voce «ingaggi» ogni gol fin qui segnato nel campionato in corso è andato via via costando meno proprio e soltanto alla Sampdoria: e cioè, a due turni dal traguardo, 380 mila euro a petto dei 2,900 milioni della Juve, degli 1,975 milioni dell'Inter, degli 1,870 milioni del Milan e dei 942 mila euro della Roma. E ci aggiungo i lodevoli 492mila euro del Palermo proprio per sottolineare che Rodomonte Zamparini ha comunque ragione di gonfiare il petto ritenendosi il più meritevole «giustiziere potenziale» del coraggioso precursore Riccardo Garrone («coraggioso» proprio perché tutt'altro che «miscio») in un mondo di crisi globale in cui prima o poi si dovranno forzatamente ridurre le scelleratezze ai minimi sindacali.
Il record di punti (63) in serie A della Sampdoria dell'era Garrone è un dato di fatto che legittimamente inorgoglisce il patron, l'allenatore, i giocatori e tutti i tifosi blucerchiati. Parlare di record «privato» della Sampdoria «tout court» non avrebbe invece senso perché non si può non tener conto della minor lunghezza di molti campionati passati (30 partite dal 1982/83 al 1987/88, 34 dal 1988/89 al 2003/04) e naturalmente del fatto che se la vittoria fosse stata da 3 punti il torneo-scudetto di Vujadin Boskov si sarebbe chiuso addirittura a quota 71 (definibile «stratosferica» in quanto ottenuta, rispetto all'Inter e alla Roma attuali, con 4 partite in meno). Ma se si analizza con la dovuta attenzione il corrente girone di ritorno (37 punti frutto di 11 vittorie 4 pareggi e 2 sole sconfitte in 17 partite a petto dei comunque apprezzabili 26 punti totalizzati nei 19 turni dell'intero girone d'andata) bisogna convenire che il lavoro di Gigi Del Neri - 19 punti e 8 posti più su della Sampdoria dell'ultimo Mazzarri - è stato progressivamente colossale. Così stando le cose, credete pure che chi avesse al momento voglia di concentrarsi su Marotta che andrà scontatamente alla Juve e sulle conseguenti «voci» di un mercato per contro giustamente ingessato sarebbe fuori strada.
Ora, piuttosto, l'ammiraglio Marcello Lippi, setaccio alla mano, chiama la ciurma a raccolta. Palombo e Pazzini rispondono «presente» con ampie probabilità di andare al mondiale; e quel fenomeno ambulante di Cassano felicemente si prepara a sposarsi. Buon per lui, perché se farà comunque una scappata in Sudafrica avrà modo di divertirsi maggiormente in luna di miele con l'adorata Carolina di quanto gli sarebbe toccato sudando con Lippi e fatalmente masticando amaro. Lo dico con la cognizione di causa che attingo dai 9-convocati-9 della moribonda Juve col buon peso dei consunti milanisti Zambrotta e Gattuso. Tutti campioni meritevoli di profondo rispetto, ma è un gerontocomio. Fantantonio, ti sei salvato.
Al pari di quella dei «cugini» Palombo e Pazzini è per contro cosa bella e gratificante la convocazione di Criscito e Bocchetti purtroppo vessilliferi di un Grifone sul punto di tirar le cuoia, perché si tratta di un pregevole quartetto d'archi che a certi onori e a certe platee deve pur far la bocca. Purtroppo penalizzato per certo in partenza da qualche scelta troppo ardita di mercato e in seguito dalle lunghe degenze in gran parte imputabili al gravoso impegno supplementare di Europa League che la stagione precedente aveva azzoppato i «cugini», il team di Gasperini sta probabilmente pagando pure taluni errori di conduzione tecnica e sanitaria. Non altrimenti si spiega questa impietosa resa finale (3 punti nelle ultime 4 partite, 6 nelle ultime 8) che ha indotto Gasperini a dirla sconsolatamente giusta: «È un miracolo se siamo ancora ottavi…».
A questo punto il fiammifero acceso resta esclusivamente in mano a Preziosi. E il presidente è rimasto a tal punto scottato (18 punti sotto la Sampdoria, ohibò!) che certamente sta già correndo ai ripari. C'è una colonna vertebrale (portiere, difensore centrale, regista, centravanti) da rimettere totalmente a nuovo. Per il resto però andrei cauto a rivoluzionare.

Se con capitan Marco Rossi e l'ottimo Milanetto si salvassero Sokratis e Bocchetti, Criscito e Palacio, Sculli e Acquafresca, Tomovic e Mesto, Fatic e i migliori virgulti già pronti all'uso e parzialmente collaudati, e arrivassero Bonucci Meggiorini e magari Almiron, ci sarebbe già da ritenersi più che soddisfatti.

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