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Fassino "disoccupato" vuol ripartire dal Nord

Ha traghettato i Ds nel Piddi e ora, da segretario uscente senza più partito, Piero cerca una nuova collocazione. E avverte tutti: "Dopo Prodi il candidato premier sarà Vetroni". Walter raccoglie il messaggio: "Con Rutelli ci  anche lui vicino a me, ma con altra gente nuova..."

Fassino "disoccupato" vuol ripartire dal Nord

Roma - Da "traghettatore" dei Ds nel Pd di Veltroni a "traghettatore" di se stesso. Il giorno dopo le primarie Piero Fassino è costretto a guardarsi di nuovo intorno, in cerca di collocazione politica. Già, perché ormai il segretario uscente dei Ds è senza partito. Tutto sacrificato sull'altare di Walter Veltroni. In futuro si vedrà.
Così Fassino non scarta l’ipotesi di tornare a Torino: "Il mio contributo principale alla costruzione di un forte partito democratico può arrivare dalla mia lunga esperienza, sono un uomo del Nord e conosco bene le problematiche di questa parte del paese", ha dichiarato in un’intervista a Rainews24. Il segretario uscente dei Ds ha anche sollecitato il governo ad una "rapida e drastica riduzione del numero dei ministri" e ha riconfermato "la necessità di una veloce riforma elettorale". "Ci sono almeno sei mesi per portare a termine una riforma del sistema elettorale, altrimenti andiamo al referendum", ha concluso.
Poi, Fassimo polemizza con Forza Italia, dubbiosa sui numeri delle primarie dicendo che "ha il chiodo fisso dei brogli" e annuncia un surplus di primarie: "Mi batterò perchè lo statuto del Pd preveda che ogni volta che proponiamo un candidato per qualche incarico elettivo sia scelto con il metodo delle primarie", ha annunciato, stavolta parlando a SkyTg24. Non solo, ha anche proposto che ci siano consultazioni periodiche dei cittadini tramite le primarie e di introdurre un limite ai mandati degli incarichi per i componenti del Pd.

"Rimpasto? Basta tirare Prodi per la giacca" Poi parla del governo (da cui per ora è rimasto fuori): "C’è un governo in piedi e penso, e mi pare che Veltroni dica la mia stessa cosa, che nonserva a molto continuare a tirare la giacca al presidente del Consiglio per cambiare questo o quello. Altrimenti sembriamo come quei tifosi che il lunedì si ritrovano e fanno le squadre al bar dello sport". Per Fassino qualsiasi cambiamento dell’attuale compagine governativa è una decisione che spetta a Prodi: "È lui che decide". Insomma, ribadisce, «decide Prodi cosa è più utile fare, se ritiene di andare ad un dimagrimento o compattamento della squadra di governo noi del Pd concorreremo a questa decisione. Ma lo deve decidere Prodi".

"Chi destabilizza pagherà caro"
Messaggio sul governo, pensando agli alleati della sinistra radicale ma non solo a loro: "Chiunque in questo momento appaia come un destabilizzatore pagherà un prezzo drammatico, perché il segnale che è arrivato dai milioni di cittadini che sono andati a votare alle primarie è: non dividetevi e litigate di meno". Lo dice il segretario dei Ds, Piero Fassino, intervenendo a SkyTg24. "Chi è quel matto - chiede Fassino - che si mette a fare una cosa del genere in questo momento a rischio di apparire all’opinione pubblica come un destabilizzatore? I rischi per il governo non vengono da Veltroni, ma una maggioranza al Senato che è troppo stretta. Prodi e Veltroni sono fortemente complementari".

"Veltroni prossimo candidato premier"
"Io non so se Veltroni sarà il presidente del Consiglio dopo Prodi, anche se personalmente sono convinto di sì, perché è normale che il leader del maggior partito della coalizione, sia il candidato premier" ha detto poi Piero Fassino. "Prodi ha detto, anche a me, che considera la presidenza del Consiglio come il culmine della sua carriera" e che non ha bisogno "della legittimazione per presentarsi nel 2011". Un dato, questo , che"riduce molto la competizione con chi è in pole position per farlo", ovvero Walter Veltroni. Il vero grande rivale, ma questo Fassino non lo dice.

Walter ringrazia: "Con Rutelli anche Piero ai vertici del Pd..." Fassino lancia Veltroni premier in attesa di tornare a Nord, e lui, il nuovo leader che resta (anche sindaco) a Roma, lo rassicura: "Direttorio? Un tempo c’era il direttivo...". Scherza rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedese Francesco Rutelli e Piero Fassino faranno parte degli organi dirigenti del Pd, prendendo ad esempio la possibilità di un direttorio.

Poi torna serio e garantisce: "Ovviamente sì, li coinvolgerò, faranno parte della vita politica del Pd, naturalmente assieme ad altre persone nuove, che oggi non si identificano nei partiti che compongono il Pd".

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