Francesca Camponero
Quest'anno la prima esercitazione dell'ultimo anno della Scuola del Teatro Stabile di Genova propone Plauto. Il testo, «Mercator» è stato scritto intorno al 212 a.C. e Plauto ammette di averlo preso da un'altra commedia ,quella del greco Filemone, «Emporos», purtroppo andato perduto.
La regia è curata a quattro mani da Marco Sciaccaluga e Massimo Mesciulam, che hanno ben pensato che un testo del genere mette a fuoco un conflitto generazionale, sempre attuale, fino alla fine dei tempi.
Questo conflitto è ancora più forte in quanto si sviscera tra padre e figlio,in cui la rivalità d'amore li mette a confronto. Il giovane ateniese Carino,recandosi fuori città per acquistare una schiava,torna con la giovane Pasicomsa alla casa paterna. Il giovane ha fatto questa scelta non tanto conoscendo le capacità domestiche della ragazza,quanto per la sua avvenenza, il che non ci racconta niente di nuovo. Ma queste avvenenze vengono riscontrate anche dal padre, Demifone,che se ne innamora perdutamente.Da qui nasce ogni sorta di macchinazione da parte del vecchio per cercare di portare via la ragazza da casa sua,per potersela godere senza interferenze familiari.
Pertanto coinvolge un amico, vicino di casa, convincendolo a far finta di acquistarla lui,destando così la gelosia della moglie di quest'ultimo, che lo accusa di adulterio.
Come finirà la commedia non è difficile immaginarlo: amici e parenti persuaderanno il vecchio a lasciar perdere queste sue illusioni di amore,che non appartengono più ad un'età matura come la sua,e a favorire invece i desideri del figlio, al quale verrà infine ceduta la ragazza.
Certamente quello che si racconta sul palco è appunto il rapporto tra due generazioni, qui ben affrontato tra i giovani attori e il loro docente, Massimo Mesciulam, che veste il ruolo del vecchio Demifone.
«Un vecchio che comunque ha un rapporto infantile con sé stesso e con il mondo», afferma Mesciulam, il che non è difficile a credere pensando a quanto innamorasi a una certa età comporti certamente un cambiamento nella vita di un anziano,facendo rifiorire in lui quegli atteggiamenti oramai dimenticati,che lo rendono infantile e talvolta patetico.Del resto, come dice Sciaccaluga, «il filtro d'amore avvelena tutti,giovani e vecchi,ma in fondo è proprio qui che sta il bello e il magico».
Trattandosi poi di una commedia del teatro antico, si sa, l'amore non appartiene all'innamorato, ma è una condanna che arriva dall'esterno, tutto è guidato dal Fato che muove i fili delle esistenze di ogni mortale.
Quest'esercitazione è recitata sul filo della ribalta, gli attori interagiscono col pubblico, scendono dal palco e si rivolgono agli spettatori, facendone parte integrante dello spettacolo, cosa che già abbiamo visto in altri lavori dei due registi genovesi.
Il fatto che Mercator sia un'esercitazione non vuol dire che si differenzi da uno spettacolo «normale»,l'impegno e la dedizione di attori e registi è quella di chi fa il suo lavoro con estrema passione e capacità.Sono lavori completi in tutto e per tutto per questo assolutamente degni di attenzione e partecipazione anche di chi li va a vedere.
Forse le scene sono più povere di quelle di altri spettacoli,ma si recita sempre nello spazio dove si va a definire la narrazione nel suo essere.
Oltre a Massimo Mesciulam ,cooregista e attore nel ruolo del padre,il vecchio Demifone,ci sono i giovani allievi Paolo Li Volsi,Andrea Bonella,Maurizio Lastrico,Michele Maganza,Alice Arcuri,Silvia Quarantini e Zhora Mouij Lebbar.
Mercator andrà in scena al teatro Duse dal giorno 10 al 14 gennaio,con replice mattutine alle ore 11 e serali,alle 20,30.Andiamo ad applaudire in tanti questa Scuola di teatro genovese,così quotata in Italia,ne vale veramente la pena.
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