
La Bianchi 8HP è tra le prime automobili a circolare nelle città italiane. Realizzata nel 1903, deriva direttamente da una carrozza Duc modificata per ospitare un motore monocilindrico da 942 cc, con una potenza di 8 cavalli. È un mezzo prezioso, interamente assemblato nell'officina milanese di Edoardo Bianchi, celebre per la produzione di biciclette, e testimonia il passaggio dalla mobilità nobiliare a motore alla nascente industria automobilistica italiana.
Sabato 21 giugno, il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci inaugura il programma estivo con la nuova esposizione «Fatte su misura», un omaggio alla tradizione dell'automobile italiana. Protagoniste dell'allestimento sono quattro vetture storiche: tre appartenenti alle collezioni del Museo, tra le quali proprio la Bianchi 8HP del 1903, l'Alfa Romeo 8C 2300 Spider Zagato del 1932 e la Bisiluro DaMolNar del 1955, a cui si aggiunge oggi l'Alfa Romeo 8C 2900 B Berlinetta Touring del 1938, affidata al Museo in custodia giudiziaria.
L'esposizione si sviluppa nella galleria al secondo piano, in uno spazio riprogettato per accogliere le auto. Ogni vettura è visibile su tre lati, mentre il quarto viene riflesso in una boiserie a specchio che moltiplica i dettagli, restituendo allo sguardo del visitatore tutta la ricchezza costruttiva di questi capolavori.
Il titolo «Fatte su misura» richiama la natura irripetibile delle quattro vetture esposte: automobili nate dall'incontro tra esigenze tecniche, visione stilistica e desideri di una committenza raffinata, capaci di esprimere in ogni dettaglio la cifra estetica e tecnologica dell'Italia tra primo e secondo Novecento.
Con l'Alfa Romeo 8C 2300 Spider Zagato, del 1932, siamo nel pieno dell'epoca d'oro delle carrozzerie su commissione: modelli pensati per clienti facoltosi, da realizzare su telai prodotti da grandi marchi e rifiniti dalle case di moda dell'automobile. In questo caso, il cliente Leandro Arpinati affida la personalizzazione alla carrozzeria Zagato, che firma una spider elegante e performante, alimentata da un motore progettato da Vittorio Jano, già vincitore di Mille Miglia, Targa Florio e Le Mans.
La Bisiluro DaMolNar è invece pura sperimentazione.
Progettata per la 24 Ore di Le Mans del 1955 da Mario Damonte, Carlo Mollino ed Enrico Nardi, la vettura è caratterizzata da un doppio corpo asimmetrico uno per il pilota e il serbatoio, l'altro per motore e trasmissione pensato per minimizzare la resistenza aerodinamica. La carrozzeria, realizzata artigianalmente a Torino, è un esempio di design visionario, ma l'avventura in gara dura solo due ore: un'auto avversaria solleva un'onda d'aria tale da far uscire la Bisiluro fuori pista.