È indubbio che meglio di così lesordio di Corrado Passera nelle vesti di ministro non poteva andare. La questione Termini Imerese che gli si è presentata come prima grana, più che bollente era da definirsi incandescente. Per risolverla, lex banchiere, specializzato a lanciare ciambelle di salvataggio (Alitalia e non solo), è ricorso a una mediazione sotto traccia. E una volta sciolti tutti i nodi, ha convocato le parti in causa al ministero di via Veneto senza mai apparire in prima persona.
Il suo compito non è stato facile. Anzi. Partiamo con il nodo Fiat. Il Lingotto, regalata la fabbrica e messi sul piatto 15 milioni per la mobilità di parte dei dipendenti, si era irrigidito su questa cifra: «Non un euro in più, che diamine». E che cosa ha fatto allora Passera? Ha telefonato allamico Sergio Marchionne, convincendolo - particolare non facile conoscendo il personaggio - ad aprire i cordoni della borsa. Ecco allora spuntare circa 6 milioni in più, quanto basta per ottenere lok dei sindacati (anche della Fiom, ma su questo aspetto torneremo dopo) e fare tirare un sospiro di sollievo alle istituzioni siciliane. Grana risolta.
Convincere Marchionne non devessere stato un giochetto: il mercato dellauto è in crisi, lo scenario è pieno di incognite e lItalia, in questo momento, per lad di Fiat non è lAmerica. Per Marchionne, però, sarebbe stato difficile respingere al mittente lintervento dellamico Passera. Del resto, quando lattuale ministro era a capo di Intesa Sanpaolo, non ha mai fatto mancare il sostegno finanziario al gruppo industriale di casa Agnelli. Anche prima che arrivasse Marchionne e a fusione non ancora avvenuta tra le banche di Milano e Torino, Intesa da una parte e Sanpaolo dallaltra, erano intervenute insieme ad altri istituti alla richiesta di aiuto dellallora presidente della Fiat, Paolo Fresco: il prestito convertendo di 3 miliardi. Una resistenza alla mediazione di Passera sarebbe suonata come uno sgarbo. Inoltre, avrebbe rischiato di rompere i delicati equilibri raggiunti con la maggior parte dei sindacati. Già, i sindacati. Laltro colpo di Passera è stato quello di portare allok allintesa sugli esuberi anche gli irriducibili della Fiom. E anche qui il ministro si è mosso da abile tessitore, facendo pressione sui segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil affinché la Fiom non tirasse troppo la corda.
Il favore che Sergio non poteva negare
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