Febbre emorragica dopo viaggio in Nepal L’ha punto una zecca

da Torino

Era appena rientrato da un viaggio in Nepal quando ha avvertito dolori, debolezza e qualche linea di febbre. Giunto all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, gli è stata riscontrata una sospetta febbre emorragica. Leonardo Gribaudo, 58 anni, professore universitario di Informatica, è stato quindi trasferito d’urgenza ieri mattina all'istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, l'unico laboratorio italiano di virologia in grado di diagnosticare con certezza la febbre emorragica e di risalirne al ceppo. Aveva trascorso in Nepal un periodo di circa un mese e con lui c’era anche la moglie, un medico di base di Torino attualmente in isolamento. La coppia aveva deciso di recarsi nella regione asiatica per incontrare un amico epidemiologo impegnato da tempo in un lavoro di ricerca ad alta quota. L’epidemiologo, ricercatore presso l’università di Torino, si era concesso un anno sabbatico proprio allo scopo di dedicarsi allo studio delle zecche che abitano la foresta di Kyasanur, sulla catena montuosa dell’Himalaya, al confine con l’India. Ad aiutarlo nelle ricerche, la moglie. E per un breve periodo di tempo si era intrattenuto con loro anche un regista torinese, impegnato nella realizzazione di un documentario. Tutti e cinque sono nel frattempo rientrati in Italia, a Torino. Ma solo il cinquantottenne ha avvertito i sintomi della febbre. L’uomo era stato ricoverato all’ospedale Amedeo di Savoia il 1° maggio scorso e tenuto poi in osservazione per circa 48 ore.

Le prima diagnosi eseguita martedì sul paziente non ha escluso che potesse trattarsi di febbre del tipo Congo-Crimea, trasmessa da una zecca. «Non risultano casi di questa forma di febbre emorragica nel Nepal», ha detto Buddha Basnyat, medico della Nepal International Clinic di Kathmandu.

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