Marcello Zacché
da Milano
Se il primo giorno può essere stato solo un episodio, la seconda seduta consecutiva di rialzo diventa sospetta. Così, nelle ultime 48 ore, Mediobanca si è apprezzata del 9%, chiudendo ieri a 15,87 euro, con volumi pari al 7% del capitale. Un movimento che, a ruota, ha coinvolto anche Generali (di cui Mediobanca è il maggiore azionista con quasi il 14% del capitale): la compagnia triestina ha chiuso con un rialzo del 2,7% a 25,99 euro, scambiando il 2,4% del capitale. Anche altri titoli del settore (quali Alleanza, controllata da Trieste, Fonsai, la compagnia dei Ligresti, e Mediolanum, che potrebbe aprire un dossier triestino) sono state contagiate dai rialzi.
Come due settimane fa (quando in Borsa era scoppiata analoga euforia) anche ieri è sembrato naturale collegare la febbre su Mediobanca alle tensioni in atto in Rcs, dove Stefano Ricucci è arrivato al 18,2% del capitale in aperta sfida con il patto di sindacato che controlla il 58%, il cui primo azionista è proprio Mediobanca.
Ed è negli incroci azionari tra la banca daffari milanese, la compagnia triestina e la società editoriale del Corriere della Sera che si riconosce lessenza della cosiddetta galassia del nord, intesa come lo storico gruppo di potere che governa il grande capitalismo nazionale. Un gruppo che qualcuno, vedi Ricucci, tenta di mettere in difficoltà in Rcs, alimentando ogni ipotesi per un ulteriore salto di qualità verso appunto Mediobanca o Generali. Che il mercato, su questo, ci giochi e ci speculi è un fatto certo. Che ci sia anche dellaltro è invece tutto da vedere.
Il presidente del sindacato, Piergaetano Marchetti, ha ieri detto che il patto è «certamente solido e tranquillo». Ma gli scenari sono vari. Il primo è che sia Ricucci il compratore di Mediobanca. Fonti a lui vicine, però, smentiscono. Poi cè la pista francese: i soci guidati da Bolloré starebbero comprando e il piano potrebbe comportare un interesse di Axa (in rapporto con Bolloré) per le Generali. Altri infine suggerivano che in Mediobanca potrebbe presto porsi una questione Unicredito: la banca milanese, una volta conquistata Hvb, potrebbe riconsiderare la sua partecipazione al patto di Piazzetta Cuccia. Riaprendo i giochi sul controllo..
Chi lo ha visto ha comunque giurato che ieri il direttore generale di Mediobanca Alberto Nagel ostentasse piena tranquillità, per nulla preoccupato dai rumors di scalate ostili.
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