Febbre da videopoker, la cura arriva dallAsl
8 Settembre 2005 - 00:00Terapie per sconfiggere la malattia dello scommettitore
Michele Perla
La febbre da gioco dazzardo si cura allAsl. Almeno in quella di Parabiago, dove da qualche tempo è stato avviato un progetto sperimentale che ha già raccolto numerose adesioni da parte di incalliti giocatori di ogni tipo. Scommettitori che hanno provato inutilmente a sottrarsi alla dipendenza dai videopoker, dal lotto, dal superenalotto, ma anche dal tavolo verde e dalla corsa dei cavalli. Il percorso di recupero, denominato «Reti dAzzardo» si rivolge allintero territorio di Milano e da quando è stato avviato sono già una ventina le persone che hanno bussato alla porta dellAsl. Una decina hanno deciso di sottoporsi a terapia, per tentare di uscire dal tunnel. Si tratta, raccontano gli operatori dellAsl, di soggetti comuni: impiegati o operai. Quasi sempre maschi e giovani, in età compresa fra i 35 e i 40 anni.
Non mancano però anche gli scommettitori irriducibili, quelli che affidano il sogno di una svolta di vita al lotto ed al superenalotto. Persone che dissipano somme consistenti, da mettere in crisi le loro famiglie. E il più delle volte sono gli stessi familiari a spingerli a trovare una soluzione.
Nella struttura di Parabiago, in via Spagliardi (info 0331- 498493), sono attivi quattro assistenti sociali, tre medici, uneducatrice ed una psicologa. Personale specializzato a disposizione di chi vuole «disintossicarsi» dal gioco. Si viene sottoposti a un colloquio di accoglienza, che serve per valutare la «gravità» della malattia. Successivamente paziente ed operatori definiscono attraverso sedute di psicoeducazione un percorso riabilitativo.
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