La vasca dello stadio del nuoto di Roma - distante circa 6 chilometri in linea daria da quella di allenamento - è per lei quasi un ventre protettivo che la accoglie e la fa sentire a casa. Tanto che Federica Pellegrini, in piena sindrome da accerchiamento dopo lo choc degli Europei di Debrecen, ha dato ieri una risposta importante nella marcia verso Londra. Nella sua distanza, i 200 stile libero, ha tirato fuori nella piscina del Foro Italico il suo miglior crono stagionale (15632). Succede così che, dopo lo sfogo nel suo blog notturno seguito alle critiche per il tempo ancora alto sui 400 di giovedì scorso, arrivi la prestazione di livello. Quattro decimi meno del tempo che le aveva messo al collo loro nella recente rassegna continentale, sorrisi e soddisfazione anche del tecnico Rossetto («mi è piaciuto come ha nuotato e come ha chiuso la gara con quel 2889 dellultimo 50»).
La maniera ideale per rispondere alle polemiche. E quasi un lieto fine che rafforza lo sfogo postato sul blog dalla campionessa veneta. «Non capisco tutto questo caos intorno a me ogni volta che mi tuffo in acqua anche solo per un allenamento o quasi anche se entro in doccia qualcuno vuole una risposta da parte mia, visto che cè lacqua di mezzo...», la frase più forte del Pellegrini-pensiero. Fede sente una pressione da lei definita «morbosa», anche se ammette che «fa parte del gioco». «Io voglio divertirmi e fare di testa mia ogni volta che entro in acqua - continua nel blog la primatista del mondo di 200 e 400 stile - perché io nuoto per me stessa, per mio piacere e non per gli altri, questa è sempre stata la mia forza e continuerò sulla mia strada. Penso che dopo tutto quello che ho fatto per questo sport e che vorrei continuare a fare, posso permettermi di sbagliare una gara, di volerla sbagliare apposta o solo semplicemente di essere stanca...».
Parole che lhanno caricata nel suo 200 migliore dellanno. Battuta due volte (in batteria e in finale) lolandese Femke Heemskerk, lunica che in 4 anni è riuscita a metterla dietro di sé nelle quattro vasche (nella semifinale dei Mondiali di Shanghai 2011, ndr). «Sono contenta di aver migliorato il crono di Debrecen pur essendo ancora sotto carico, ci ho messo tanta cattiveria e dedico il successo a Emiliano Brembilla che sta per cambiare vita e che rimarrà sempre nel mio cuore - così Fede dopo aver toccato la piastra ancora una volta per prima -. Questa gara mi dà sicurezza, in parte si è ricreata la magica atmosfera del 2009. Non sono una figura creata al computer o una maschera, sono fatta così. Io dalle difficoltà traggo sempre qualcosa di buono. E a Londra si deciderà tutto».
Federica proseguirà ora la preparazione come stabilito: una settimana a Roma, poi 15 giorni a Tenerife e 7 a Verona prima della partenza per i Giochi. La gara forse più importante della sua vita.