Fede ora è beata tra i maschi Ecco le certezze dell’Italnuoto

Ci portiamo a casa la felicità di Federica Pellegrini, gli occhi sgranati di Fabio Scozzoli e Luca Dotto, un bel pacco di medaglie con tanto di partecipazione maschile dopo il buco di Roma 2009. È l’Italia delle prime punte e di un buco nero dietro di loro: troppe contro prestazioni, un po’ di asilo infantile, qualcuno non ha capito, qualche altro forse non è più da corsa (Marin, questioni d’amore a parte). L’Italia che nel gossip batte tutti: imperdibili le nostre sceneggiate da pane, amore e fantasia. L’Italia del Settebello che non è solo una squadra di pallanuoto, ma il numero reale delle nostre punte dell’acqua andate a podio. Un’ Italia della speranza (5a nel medagliere) e delle certezze nel mondiale dei primati ritrovati, senza il doping del costumone: pochi, solo due, ma buoni. Al contrario dei 44 realizzati a Roma due anni fa. Non è solo Italia del nuoto, se è vero che Federica Pellegrini e Tania Cagnotto vanno in coppia per un record: prime azzurre nella storia a conquistare almeno una medaglia in 4 edizioni consecutive dei mondiali. Federica, poi, se la gioca nella storia con il mitico Ian Thorpe (ha riconquistato i suoi ori, vincendo 200 e 400 sl in due mondiali consecutivi) e con la creme di questo mondiale che ha messo in vetrina Rebecca Soni (donna che ha vinto di più: 4 medaglie), l’eterna Natalie Coughlin (3) e Melissa Franklin la divina del futuro che, alle Olimpiadi, potrebbe rovinarle le giornate.
Mondiali che si chiudono nel segno della Cina e di Sun Yang, leggasi l’età, ovvero solo 19 anni, che farà spot come un mito da coltivare dopo il ritiro di Yao Ming, il colosso del basket, e di Liu Xiang l’ex re degli ostacoli. Cina paese enorme nelle dimensioni, nel reclutare talenti e nella capacità di farli crescere: quel record dei 1500 è il secondo e ultimo del mondiale di Shanghai, ma apre un’era nella distanza che pareva inattaccabile anche dai jet al costumone. I cinesi portano a casa 14 medaglie, mai così tante. A Roma 1994 furono di più (19) ma tante col marchio del doping. Se la Pellegrini è stata la ragazza da podio, Sun Yang è entrato di prepotenza nell’album di famiglia (2 ori, 800 e 1500, argento nei 400 sl e bronzo in staffetta) dove si sono assestati per le foto ricordo i due colossi Usa: Ryan Lochte con cinque medaglie d’oro (4 individuali, ieri l’ultima nei 400 misti) e un record del mondo, e Michelone Phelps, che sarà pure un po’ stonato, bollito e rivedibile nella forma, ma ha aggiunto al pesante pedigrèe (42 medaglie totali prima di cominciare), altri sette pezzi, quattro dei quali d’oro (2 individuali). E ha già promesso di mettersi a tiro per Londra. «Non ero nella forma migliore, ma ho capito cosa cambiare per ritornare quello che vinceva a Pechino». Per tutti sarà peggio di un incubo.
Del resto gli americani hanno strangolato il mondo del nuoto anche stavolta: conquistati 16 ori su 40 titoli a disposizione, l’equivalente in ori raccolti da Cina, Brasile, Australia, Italia, Francia e Olanda messi insieme. Da qui capirete che anche il nostro azzurro speranza e la nostra azzurra da sogno dovranno prendere contromisure. Se stavolta Fabio Scozzoli può giustamente premiare il suo mondiale. «Mi darei 8, facciamo 9». E la Pellegrini ha sfiorato il 10, gli altri dovranno pinnare forte. E Cesare Butini, responsabile tecnico, ha mostrato un dignitoso realismo. «La squadra ha risposto in linea con le aspettative, conquistando 10 finali.

Scozzoli e Dotto sono cresciuti in tutta la stagione: ecco quanto pagano l'applicazione, il sacrificio e la determinazione negli allenamenti e quanto sia determinante la reciproca fiducia atleta-tecnico». Oggi le medaglie valgono 20mila euro (oro), 12,5 l’argento e 7,5 il bronzo. A Londra molto di più, in tutti i sensi.

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