Fede scrive al pm di Milano: «Continuano le false accuse La mia vita è stata distrutta»

S crivere direttamente a Voi della Procura che Vi occupate dell’inchiesta sul caso Ruby e cene di Arcore, forse non è la via giusta da seguire. Ma, ormai, alcune norme sono saltate.
Leggo dalla trascrizione della “dichiarazione spontanea” della cittadina marocchina Fadil Imane, giunta puntualmente nella redazione del quotidiano La Repubblica, successivamente ai miei difensori, di altre ipotesi di reato per le quali sono indagato.
Questa vicenda - e qui esulo dal problema giudiziario - ha devastato - direi del tutto - la mia storia umana e professionale. Ha devastato tanti anni durante i quali, nel pieno rispetto del garantismo, ho raccontato i fatti della vita. Compresa l’ormai tristemente storica Tangentopoli.
Forse - ma è pura immaginazione - qualcuno di voi signori procuratori potrebbe anche avere pensato all’inizio di “archiviare”.
E forse - sempre pura immaginazione - altri hanno ritenuto, invece, di andare avanti. Che io sia condannato, o prosciolto, o assolto, ormai non importa più. L’aggressione mediatica ha compiuto un suo percorso. Questo era nella strategia di alcuni giornali. Questo è stato puntualmente eseguito.
Fadil Imane: conosciuta una sera ad Arcore dove era giunta attraverso Lele Mora. Rivista una seconda volta accompagnata dal dj Ben. Rivista una terza volta.
Con lei soltanto rapporti di cortesia.
Fadil Imane era stata indicata ai miei avvocati come teste a difesa. Era una ragazza che aveva bisogno di sostegno economico anche per la mamma malata.
Le ho spiegato che, essendo - forse - testimone, non avrei potuto provvedere ad alcun sostegno economico. La sua vicenda torna alla ribalta a distanza di quasi un anno dall’inizio dell’inchiesta.
Non mi chiedo il perché. Ma sono certo che voi conoscete la risposta.
Più che voglia di chiarezza, questa lettera ha il valore di un’ennesima amara - anzi amarissima - riflessione. Al tempo stesso una speranza: che la giustizia, facendo il suo corso, giunga in tempi rapidi alla conclusione.
La riflessione: oggi molte ragazze - prendendo esempio da Imane, o chiunque altra - possono presentarsi in procura e raccontare anche quello che non è accaduto. Vedi le due fanciulle di Torino.
Dimenticavo: Imane ha detto di avere ricevuto offerte da un settimanale e da un quotidiano, per raccontare particolari delle cene di Arcore. Non ricordo le testate. Ma lei, - così brava a ricordare - potrebbe anche indicarle.
Vi ringrazio, mi scuso per il disturbo.

Caro direttore, credo che questa lettera contenga molte verità.

Così come i pentiti hanno inquinato e rovinato la giustizia impegnata a combattere la mafia, sciagurate ragazze che si auto innescano a orologeria stanno rendendo incredibili le inchieste sulla vita privata del premier. In entrambi i casi sono strumenti nelle mani di magistrati che non hanno a cuore la verità ma solo fini politici
AS

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