Fedeli alla pura meccanica ma in proiezione futura

La Casa, dopo circa 50 anni, ritrova il concept del Contodat e lo ripropone in chiave moderna

Fedeli alla pura meccanica ma in proiezione futura
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Eberhard & Co. registrò il marchio Contodat nel 1955 e, a partire dal 1957, presentò una serie di cronografi bi-compax, tra i primi ad inserire il datario a finestrella (al 6), dotati del prestigioso calibro manuale 14001, con smistamento via ruota a colonne, regolazione Incastar e attivazione con pulsante a slitta, in corrispondenza del 4. Quel meccanismo era stato commissionato dalla Eberhard & Co., in esclusiva, alla rinomata Dépraz & Cie, nel 1950, da 14''' e fu riconosciuto come uno dei più performanti e ben rifiniti calibri cronografici del XX secolo; a partire dal 1957 fu evoluto nella variante, come sopra accennato, con datario al 6. Il payoff del Contodat nelle campagne dell'epoca era significativo, ossia: «Per l'uomo di classe, l'orologio fuori classe». Dopo il 1960, il crono Contodat venne equipaggiato con il calibro 310-82, dotato di pulsanti a pressione, a sezione rettangolare. Palmiro Monti, che rilevò la Eberhard & Co. nel 1969, un periodo di grande crisi dell'orologeria svizzera, colpita dalla precisione ed accessibilità del segnatempo al quarzo provenienti dal Far East, era innamorato della pura meccanica orologiera e convinto che essa non avrebbe potuto finire nel dimenticatoio. Informato di avere ancora in magazzino alcune centinaia di calibri, tra cui proprio il 310-82, impostò, con coraggio, una strategia di controtendenza, finalizzata al recupero della tradizione elvetica. Tra le diverse iniziative, nella seconda metà degli anni '70, concepì un cronografo meccanico dalle linee accattivanti e con un'originale intervento cromatico, dove spiccava, a contrasto, una lancetta arancione. La nuova era del segnatempo meccanico, in sintesi, Monti la immaginava con un tocco di leggerezza e colore. Quasi mezzo secolo dopo, la Maison trae spunto da quel modello, ritrovandone la medesima energia attraverso il fil rouge con la cromia arancione sul quadrante. Ecco, allora il nuovo Contodat Chronographe, in acciaio da 39 mm (13,9 mm di altezza), con pulsanti a pompa, a mantenere la stessa grafica bi-compax delle versioni storiche (minuti crono al 3, piccoli secondi al 9, secondi crono centrali con sfera arancione), accompagnata dal datario a finestrella al 6, trapezoidale come quella della versione degli anni 70. La fedeltà agli originali prosegue con la presenza della scala tachimetrica periferica su base 1000, mentre i minuti crono offrono una particolare scala per la lettura fino ai 45 minuti, anch'essa evidenziata con pennellate d'arancione, ulteriore richiamo al segnatempo ideato da Palmiro Monti. Con indici applicati e lancette a bastone luminescenti il quadrante del Contodat Chronographe è declinato in verde, blu ed argenté soleil, con contatori su fondo azurée. Stesse cromie e finiture della variante Contodat Automatic - più il grigio e il nero -, sempre da 39 mm (11,3 mm di spessore), con data al 3, in cui l'arancione è presente nei piccoli secondi al 9 (sfera e numero 60) e sulla scala periferica della minuteria.

Con lunetta a spiovente, corona e fondello a vite (inciso con la frase Ubi Tu Ibi Ego, Ovunque Tu sarai, lì Io sarò, una promessa di appartenenza), carrure satinata con sfacci lucidi, impermeabilità fino a 100 metri, movimento automatico Swiss Made, i Contodat sono completati da bracciale integrato.

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