Federíco Rubio & C.

Ecco altri cinquantaquattro religiosi dell’ordine ospedaliero dei Fatebenefratelli ammazzati in Spagna nel 1936. Alcuni erano sacerdoti e il più anziano tra loro era il capogruppo, padre Carlos (che prima di farsi religioso si chiamava Federíco Rubio). Qui non abbiamo lo spazio per elencarli tutti, perciò daremo ragguagli solo su quest’ultimo. Nato a Benavides (León), aveva settantaquattro anni. Era stato mandato a studiare a Roma dal provinciale di allora, proprio quel s. Benedetto Menni, italiano, che aveva ripristinato l’ordine ospedaliero in terra ispanica dopo decenni di abolizione. Ordinato sacerdote nel 1899, padre Carlos aveva scalato tutte le vette dell’ordine ed era arrivato a prendere il posto del Menni. Nel 1935 era stato assegnato a Talavera de la Reina, dove stava la sede della scuola apostolica della provincia aragonese dei Fatebenefratelli. Qui studiava una trentina di giovani aspiranti religiosi, quasi tutti ragazzi. Quando scoppiò la guerra civile e le minacce dei marxisti si fecero sempre più serie, fu deciso di rimandare i giovani alle rispettive famiglie, tenendo in collegio solo quelli più grandi. E quel che si temeva avvenne: i miliziani fecero irruzione e buttarono tutto per aria. Tornarono di nuovo la sera, bestemmiando e urlando. Misero le mani su quelli che trovarono e li costrinsero a togliersi l’abito religioso. Poi, a spintoni, li condussero davanti a un «tribunale popolare» che, naturalmente, li trovò colpevoli (di che? boh, i capi d’imputazione non erano così importanti).

Caricatili su di un camion, li portarono alla fucilazione.

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