Cambiar partner serve. Almeno a vincere medaglie d’oro. In fondo non è poco, soprattutto se hai 22, quasi 23, anni, sei una bella figliola e non è indispensabile che ti sposi il fidanzato. Chiaro, qui Pellegrini ci cova. E tutto il parlare di questi giorni, circa il triangolo amoroso, è stata una variabile sul tema fisso della settimana: oro, oro, è sempre l’ora di un podio d’oro. Il gossip non ha intaccato la glorificazione delle imprese, perché a quel punto la Pellegrini sarebbe diventata una tigre e avrebbe morso i giornalisti. Ma è servito al gioco di luci e ombre.
Federica è una vincente, ed anche un’amante. Anzi, il problema è: meglio un’amante vincente o una vincente amante? Luca Marin ha provato la prima esperienza. Da quando si è messo con Fede (inizi 2008) continua a far buchi nell’acqua: in gara. Quasi siano sparite le sue qualità natatorie. Filippo Magnini sta provando la seconda, anche se continua a nascondere fatti e sentimenti dietro parole amare. «Mi avete rovinato il mondiale, ora devo correre a casa a spiegare. In Italia c’è chi soffre...». Certo c’è da spiegare tutto alla fidanzata Cristiana che sta, appunto, in Italia e probabilmente non aveva annusato nulla. E qui il nostro dimostra una sorta di innocenza, poca affinità con la figura del falco da gossip. Poteva pensarci prima: alla strategia e ai danni che avrebbe provocato. Soprattutto se è vero che la «simpatia» con Federica è nata a Tenerife, qualche mese fa, stava per esplodere pubblicamente in giugno alle gare romane dei «Sette Colli» ed è stata rinfoderata, perché tutti e due non potevano rischiare di sviare testa e concentrazione dai mondiali imminenti. Poi, a Shanghai, Federica ha cominciato a sorridere e veder la vita con un altro occhio. «Finalmente mi diverto, sono serena e un po’ rock, spero che il gossip finisca presto», ha fatto sapere a chi volesse intendere. La mamma ha capito, probabilmente aveva già compreso tutto dai tempi di Parigi, e le ha fatto da spalla. «Finalmente la vedo serena, tranquilla, c’è stato un clic nella sua testa». E anche nel cuore. Sì, insomma qualcosa è successo e l’hanno compreso tutti. Anche Luca Marin, che ha dovuto prender atto e, da buon siciliano, si è preoccupato dell’unica cosa che premeva all’amor proprio trafitto: ma lo hai fatto prima, durante o dopo?
E questo è il bello della storia: cambiar partner (salvo smentite da qui ai prossimi 20 giorni) ha fatto bene sia a Federica sia a Filippo Magnini. Il Pippo delle piscine ci ha consegnato una serie di gare e di tempi come da tempo non gli riusciva. Poi i piazzamenti non sono stati altrettanto soddisfacenti per il pedigree da tramandare ai posteri, ma le buone gare servono all’autostima ritrovata in vista di Londra 2012. Chiaro, non è solo amore, c’è tanto d’altro. Ma tutto serve. Federica ci sta spiegando la lezione dai tempi di Pechino 2008: l’amore ufficiale con Marin (prima era solo simpatia, già sentita parlando dell’ultimo Magnini) sbocciò agli inizi del 2008, dopo le furibonde liti con lancio di anello fra il siciliano e Laure Manaudou, quella francese, campionessa un po’matta che non si era certo innamorata solo del suo profilo maschio. Alberto Castagnetti, allenatore, mentore e punto di riferimento di Federica anche adesso che non c’è più, non aveva gradito la relazione. Apprezzava Marin in quanto ragazzo e nuotatore, ma aveva capito che non era adatto a Fede: lei forte di testa, bizzosa, caratterialmente da dominare, ma campionessa sotto ogni profilo. Lui timidone, con poca personalità e probabilmente gran domatore solo a letto («La nostra prima volta? Son durato 50 minuti», raccontò). Ma non fece danni: Federica perse i 400 stile libero a Pechino, vinse i 200 stile libero e da quel momento non ha più sbagliato le gare che contano. Felice nel cuore, straodinaria in piscina come dimostrò l’anno successivo ai mondiali di Roma, facendo doppietta.
Lei sugli altari e lui dietro le quinte.
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