Ferie al capolinea, in Centrale torna il caos

Lo zaino in spalla, lo sguardo perso: la voglia di porre fine alle vacanze già è poca e se poi trovare la strada per ripartire è così difficile, l’umore si fa nero. Alla prova del contro esodo, la stazione centrale, fra ieri e oggi presa d’assalto da 35mila passeggeri, non passa l’esame. Scomoda, caotica, spesso illogica e per ora anche parecchio spoglia: segnaletica oscura, una sala d’attesa così tetra che tutti la disertano (preferendole perfino la chiesetta al binario 1)e che fa a pugni con i bellissimi ambienti della sala d’aspetto reale, al binario 21 sempre chiusa se non per visite guidate o per feste (si noleggia a 3000 euro a piano).
I lavori di restauro di Grandi Stazioni sono in corso, promettono meraviglie, ma fino ad oggi hanno dilatato i percorsi - anche dieci minuti per arrivare da metrò ai binari se non si conosce già la strada e si è carichi - e tolto, questo sì, un bel po’ di polvere alle parti monumentali, senza però rispondere a criteri di fruibilità. Ad accogliere chi arrivi dal metrò è un quartetto di abusivi al violino: Pachebel, Bach e gran giro di accordi. La stecca però è dietro l’angolo: la rappresentano quella scala senza scivoli, su cui inerpicarsi con i bagagli, e gli ascensori, ben nascosti e lenti, che han preso a funzionare solo da poche settimane. Collegano un piano alla volta costringendo ad irrazionali gimkane e «parlano» solo la lingua di Dante. Per arrivare alla galleria delle carrozze, ora pedonale, si possono scegliere, in alternativa, i futuribili tapis roulant che dovevano traghettare la centrale nel suo futuro, ma che divengono una ripida trappola se - come ieri per quello di destra - si guastano e risultano scomodi per le valigie a causa di dissuasori che intralciano il passo.
Chi abbia bisogno di biglietto viene risucchiato nei nuovi ambienti su due piani, strappati ad un passato di oblio, ma per ora agganciati ad un futuro incerto: i negozi, tranne un bazar, un caffè e un Sisley abbigliamento appena aperto, sono ancora tutti chiusi. Sui vetri, delle X di cellophane, per non sbattere il naso, si alternano a degli ottimistici opening soon con tanto di pubblicità di ciò che sarà. «La vocazione commerciale della stazione è importante, ma prioritario era il restauro degli ambienti», fanno sapere da Grandi Stazioni che assicura anche che l’80% dei negozi è già assegnato e che entro ottobre ad aprire sarà una grande Coop, un negozio di dolciumi e un punto vendita Swarovski. «Poi - proseguono - riaprirà anche la caffetteria del piano binari da dove invece spariranno, per trasferirsi di sotto, i negozi che ora sono ospitati nei dehor». L’ambiente per ora è desolante: a dar un tocco di allegria, fino metà agosto, era Figaro: montato su un palchetto corteggiava la sua Rosina e i passanti distratti. I due coraggiosi figuranti fanno capo all’Arena di Verona che vendeva qui i biglietti per la lirica. Finita la stagione, però, anche Figaro è in vacanza e la serranda riaprirà solo per la stagione autunnale di teatri e musical.
Irrazionale anche la disposizione dei punti informativi: quello di Atm sta giù in metrò che rimanda a quello «centrale» che però è in Garibaldi. Alle biglietterie si vendono solo biglietti e solo delle ferrovie, per gli altri ticket ci si deve rivolgere alle edicole. Per le informazioni bisogna, però, salire al binario 21. Avete bisogno di aiuto? Nessun problema le colonnine del soccorso ci sono, ma un cartello avverte che sono fuori uso. Non resta che rinfrescarsi il viso: e magari almeno alle toilette spunterete l’affare. Al piano biglietteria, infatti, sono nuove con piastrelline a mosaico e costano 1 euro, dalle 6 all’1 della notte.


Se dovete accompagnare qualcuno pagherete entrambi, perché ci sono i tornelli. Se però le vostre esigenze si restringono dalle 7 all 21, potete recarvi alle vecchie toilette al binario uno: costano 0,80 «perché sono meno belle e in futuro le chiuderemo» spiegano da Grandi Stazioni.

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