I tanti ospedali che già la usano da anni, dovranno continuare ad acquistarla dallestero attraverso le farmacie interne per tutte le pazienti che vogliono abortire con il metodo chimico. Infatti, nonostante il via libera alla vendita diretta dellAgenzia italiana del farmaco, la Ru486, meglio nota come pillola abortiva non si può ancora comprare in Italia.
La sua commercializzazione è stata bloccata in extremis da palazzo Madama. La Commissione Sanità del Senato ieri ha approvato a maggioranza lindagine conoscitiva sulla Ru486, nel quale si chiede di bloccare limmissione in commercio del farmaco. Il motivo? Lo spiega il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: «Ci sono ancora dubbi che legano la sua somministrazione alla salute delle donne. Per noi lo stop è una vittoria in difesa della salute». Il Senato ha finito la sua parte. Ora la palla passa al governo. Ma Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, non vuole sentir parlare di blocchi forzosi. Meglio parlare di doveroso parere tecnico. «Vanno chiariti dice Roccella - due tipi di problemi: «la compatibilità con la legge 194 sullinterruzione volontaria di gravidanza e la garanzia delle condizioni di sicurezza. Il governo farà chiarezza per evitare dubbi interpretativi». Poi Roccella garantisce che «questo parere arriverà in tempi brevissimi, anche in 24 ore». Un ulteriore ritardo, del resto, sarebbe imbarazzante per limmagine stessa dellAifa che è lautorità preposta ad approvare un farmaco, ieri chiusa in un mutismo che trapela disappunto per questo imprevisto e inaspettato fermo tecnico.
LAifa, infatti, aveva già fissato dei precisi paletti sullutilizzo della pillola e sulla sua compatibilità con la legge abortiva. Ma evidentemente a molti il protocollo dellAifa non è sembrato sufficiente vista la delicatezza del tema. A prendere le difese dellAgenzia del farmaco è lo stesso capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto che commenta perplesso: «Non condivido il blocco richiesto dalla Commissione Sanità del Senato nei confronti della pillola RU486, lAgenzia Italiana del Farmaco aveva ammesso luso con vincoli assai rigorosi, agendo in modo del tutto regolare e legittimo».
Ne è convinto anche Maurizio Sacconi che si sofferma su un aspetto tecnico. «La procedura dellimmissione in commercio è corretta precisa il ministro del Welfare - ma liter richiede preventivamente il parere del governo e dopo una nuova delibera dellAifa. La vecchia delibera è nulla perché serve il parere del governo». Questioni formali che non impediscono a Margherita Boniver, deputato del Pdl e Presidente del Comitato Schengen di criticare lo stop alla vendita. «I senatori italiani vogliono impedire luso della pillola abortiva, quando è arcinoto che questo metodo è in uso nella stragrande maggioranza dei paesi europei da molti decenni». Lopposizione parla di «scelta che danneggia le donne». Duro anche Bersani che dice: «il Parlamento non deve mettersi a fare il dottore».
Fermata la pillola abortiva «Adesso decide il governo»
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