Questo sacerdote spagnolo era nato nel 1886 a Turís, in diocesi di Valencia. Dopo gli studi in seminario, aveva ricevuto gli ordini sacri nel 1913. Ricoprì vari incarichi, cominciando da viceparroco ad Alcácer. Due anni dopo, fu trasferito ad Alcira, nella parrocchia di Santa Catalina. L'anno successivo passò, come economo, in quella di Macastre, dove rimase qualche anno. Nel 1925 fu ancora coadiutore, ma a Valencia, nella parrocchia di San Juan de la Ribera. Era personalmente devotissimo al Sacro Cuore e non faceva altro che diffondere tale devozione ovunque andasse. Singolare devozione, questa, particolarmente gradita a tutti quelli che combatterono le rivoluzioni ideologiche fin dai Vandeani, che avevano messo il Sacro Cuore sulle loro bandiere e cucito sulle giubbe. Per giunta, nel nostro caso, don Añon era particolarmente attivo nella cura pastorale degli operai, e figurarsi se i rojos permettevano a chicchessia di insidiare il loro orticello d'elezione. Proprio in quel fatale 1936 il Nostro aveva ottenuto la nomina a parroco titolare, e giusto nel suo paese natale, Turís. Allo scoppio della guerra civile si ritrovò, ovviamente, in cima alla lista dei nemici della classe operaia. Non faticarono a trovarlo, visto che tutti sapevano dove stava. Com'è noto, i cultori del «collettivo» vanno sempre in tanti, e armati, contro uno, e inerme.
Così, lo caricarono su un camion e lo portarono in giro, a monito per tutti. Nella vicina Picasent, stufi del tour, lo fucilarono. E giustizia (proletaria) fu fatta. Quello morì con sulle labbra il classico «Viva Cristo Re!».www.rinocammilleri.it