Ferragosto, gite e polemiche Giro: «È una città che soffre»

E anche quest’anno, Ferragosto è passato, archiviato tra un pranzo in un ristorante al mare o in agriturismo, una lunga coda in auto al ritorno da una spiaggia affollata raggiunta dopo una lunga coda in auto e qualche immancabile polemica per una festa di mezza estate italiana doc. Vediamo com’è andata la giornata nel Lazio.
Assalto alle spiagge. Città deserte in tutta la regione e luoghi di villeggiatura presi d’assalto per la classica giornata di mare «mordi e fuggi». Ostia ha sfiorato il pienone, a Sabaudia il lungomare è rimasto bloccato per ore. Tutto esaurito sul litorale pontino ma anche nella Tuscia, da Tarquinia ai laghi di Vico e di Bolsena. A Fiumicino, dopo le polemiche per le barche non a norma con le previsioni di sicurezza, alla fine la processione a mare si è svolta regolarmente, e sei natanti hanno scortato la «Nonno Ciro» al largo per il lancio della corona ai caduti del mare. Intanto, in una Roma pressoché disabitata gli unici ad aggirarsi sotto il sole erano i turisti, per un giorno veri padroni della città. Negozi, bar e supermercati chiusi, per incontrare qualcuno bisogna andare in centro, dove restano aperti i soliti fast-food, stelle polari per turisti, e qualche bar in più. Persino gli ambulanti si sono presi la giornata libera: a Ferragosto non si fanno molti affari. Festa anche al Bioparco, dove 8mila visitatori hanno partecipato al primo compleanno della piccola giraffa Esperanza.
Fiumicino. Al Leonardo da Vinci gli eventi del giorno sono stati il transito dell’Infanta Elena di Spagna, da Palma de Mallorca, e lo sbarco del sindaco Walter Veltroni, di ritorno dalle Maldive e in partenza per Sabaudia con la famiglia. Per il resto tutto regolare, sono andati persi un po’ di bagagli - questa volta è toccato a turisti in arrivo dalla Spagna - e l’aeroporto brulicava di gruppi, coppie e giovani alle prese con tour operator e check-in.
Sindaco per un giorno. Il giro per la «città che non va in ferie» dell’assessore Lucio D’Ubaldo è iniziato con la messa nella basilica dei Santi Pietro e Paolo all’Eur e si è concluso con la «cocomerata» ferragostana alla Comunità di Sant’Egidio a Trastevere. E c’è stato anche tempo per assistere allo sparo di mezzogiorno del cannone del Gianicolo e per una polemica con il deputato di Forza Italia, Francesco Giro.
«Una Roma che soffre». A smuovere le acque stagnanti di Ferragosto ci pensa il forzista, che denuncia: «Roma il 15 agosto mostra il suo vero volto di sofferenza e povertà».

E racconta di donne che urinano in pubblico nei vicoli e di giovani che la sera si radunano per bere, tirare cocaina e fumare erba. «E il sindaco che fa?», si chiede Giro. D’Ubaldo risponde a stretto giro di posta, per lui la critica di Giro è «francamente ingiusta». C’è da scommettere che il «discorso» iniziato a Ferragosto non finirà qui.

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