Ferrante scappa dal faccia a faccia in tv

L’aspirante sindaco del centrosinistra in un dibattito «ripesca» il voto agli immigrati. La Lega: «È destinato a perdere»

Ferrante scappa dal faccia a faccia in tv

Lo ha chiesto, richiesto, tornato a chiedere. Si è lamentato per i rifiuti. Ha gridato alla congiura e fatto insinuazioni sulla scarsa attitudine alla democrazia di un ministro della repubblica oggi candidato sindaco. E ora che glielo offrono, dice di no. Anzi, che ci penserà. Bruno Ferrante avvelena la coda di campagna elettorale rispedendo al mittente l’invito a un confronto tivù. Quello che, ad ascoltar lui, fino all’altro giorno sembrava essere condizione indispensabile per il regolare svolgimento dell’elezione del prossimo sindaco. E, invece, non è più così. Tutto cambia dopo l’annuncio di Letizia Moratti. «Ho ricevuto da Enrico Mentana, conduttore di Matrix - le parole esatte -, un invito a partecipare mercoledì 24 ad un confronto televisivo con Bruno Ferrante. Sono pronta ad accettarlo». Un telegramma che, nel quartier generale del centrosinistra, viene preso tutt’altro che bene. «È singolare - si legge in un comunicato - che dopo aver rifiutato numerose richieste di confronto, debba essere la signora Letizia Moratti a sceglierne luoghi, tempi e modalità. Sono sempre stato disponibile ai confronti televisivi, anzi li ho auspicati. Valuterò la proposta della redazione di Matrix e le modalità del confronto». La matassa s’ingarbuglia tanto che nel pomeriggio, durante l’incontro con Joan Clos, il sindaco socialista di Barcellona venuto a sponsorizzare l’ex prefetto, Ferrante parla di «sconcerto», «mancato rispetto degli altri», «agenda politica che non può essere dettata dalla Moratti». E poi parla di «ambiente», «condizioni», modalità», «regole». In sostanza il confronto non s’ha più da fare. Pronta la replica dello staff Moratti che accusa Ferrante di far girare due programmi. «Qual è quello giusto?».
Di sicuro dal programma di Ferrante rispunta il voto agli immigrati. «Bisogna cambiare lo statuto comunale - spiega durante il dibattito con il collega spagnolo - per concedere il voto amministrativo ai cittadini stranieri. A partire dai consigli di zona. Milano deve diventare una città sempre più multiculturale».
Una proposta che piace alla capolista dell’Ulivo Marilena Adamo. «Una richiesta - spiega - che tutta l’opposizione a Milano ha già fatto e continuerà a fare in attesa della battaglia per la legge nazionale. Una proposta che ha sbattuto contro Albertini e la sua giunta, gente chiusa a ogni processo di trasformazione della città». Dura la replica di Matteo Salvini. «Ferrante - attacca l’europarlamentare della Lega e capogruppo a Palazzo Marino - ha perso un’altra occasione.

Dal sindaco di Barcellona poteva imparare il federalismo, l’autonomia locale, il rispetto delle etnie e delle tradizioni di una città in cui all’aeroporto ti accolgono cartelli in catalano. E invece lui parla di voto agli immigrati. Ma stia tranquillo. Il prossimo 28 e 29 a votare ci andranno i milanesi e Ferrante è destinato a perdere. Lui e il suo voto agli immigrati».

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