da Roma
«Una catastrofe». Giuliano Ferrara non ha paura di dire una verità sgradevole, anche quando lo riguarda direttamente. E onestamente non cè altro modo per definire il risultato della sua lista Aborto? No grazie. Presentata soltanto alla Camera la lista è stata definita «pazza» dai suoi stessi promotori e alla fine è rimasta ben al di sotto della percentuale dell1 per cento.
«Una catastrofe», insiste Ferrara che addossa su di sé la colpa di quanto è accaduto. Anche perché lElefantino aveva azzardato previsioni ben più rosee, che però si sono rivelate decisamente utopiche. Il direttore del Foglio puntava addirittura a raccogliere un 4 per cento, per arrivare così ad occupare una ventina di seggi alla Camera. Invece non ne avrà neppure uno, restando fermo allo 0,4 per cento.
«La responsabilità chiaramente è mia - ammette Ferrara -. Consideravamo una sconfitta arrivare sotto il 4 per cento. Qui invece siamo sotto l1 per cento: una vera catastrofe».
Almeno Ferrara, al contrario di altre liste cancellate dal risultato di queste elezioni, può consolarsi con la vittoria del Popolo delle Libertà, al quale aveva promesso di dare il suo voto al Senato, dove la lista di Ferrara non era presente. «Lieto fine per Berlusconi - dice il giornalista -. Ha ottenuto una vittoria a valanga». Frecciata velenosa invece per lItalia dei Valori di Antonio di Pietro. Ferrara infatti ritiene «un bruttissimo segno» lottimo risultato ottenuto dalla lista dellex magistrato.
Eppure liniziativa di Ferrara aveva scosso le coscienze anche se era stata subito molto criticata non soltanto da sinistra. Pure dal centrodestra lidea di costruire una lista tutta incentrata sul no allaborto aveva suscitato forti perplessità. Anche in chi non era mai stato favorevole allinterruzione volontaria di gravidanza.
La reazione più feroce di fronte alla scelta di Ferrara però si era scatenata tra le donne di sinistra.
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