Ferrari e Red Bull lasciano la Fota Ecco tutti i perché

Era nell’aria, non lo è più. La Ferrari ha lasciato la Fota, l’associazione dei team nata tre anni fa proprio su spinta della Rossa (Luca di Montezemolo ne è stato il primo presidente) durante il braccio di ferro che contrappose costruttori e team all’allora numero uno Fia, Max Mosley, che voleva una drastica riduzione dei costi che avrebbe snaturato la F1. «Una decisione difficile e meditata lungo» si legge nella nota, «presa a malincuore dopo aver analizzato l’attuale situazione di stallo». Stallo in gran parte imputato alla Red Bull (accusata da più parti di non aver rispettato il tetto alle spese deciso dalla Fota) contraria, fra l’altro, alla proposta Ferrari di modificare l’accordo sulle risorse rendendolo «più stringente su determinati aspetti come l’aerodinamica» e i test «per allargarlo» invece sui motori. Semplificando: meno soldi all’aerodinamica che non ha applicazione nella produzione di serie, più soldi per motori e prove in pista (anche per allenare i piloti) e meno destinati a simulatori e gallerie del vento. Fatto sta, poco dopo l’annuncio Ferrari anche Red Bull se n’è andata.

Forse aspettava solo questo, lasciare la Fota prima della Rossa avrebbe significato ammettere che aveva speso troppo. Unica certezza? A fine 2012 scade il patto della concordia che tutto regola anche a livello economico. Sono già iniziate le grandi manovre. E intanto chi si rafforza? Ma lui, Mr. Bernie Ecclestone.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica