«È una questione di manico», avrebbe detto il caro e mai dimenticato Enzo Ferrari. Hanno voluto fare di Felipe Massa un campione in quattro e quattro otto? Hanno voluto farlo vincere in Turchia nel 2006, sacrificando (anche per interessi privati) un mondiale e un buon diritto di Schumacher? Bene, questo è il risultato. Il finto campione non sa nemmeno frenare! Sbaglia la staccata alla prima curva, dopo aver perso 4 metri al «via». Cerca solo di tener d'occhio Raikkonen: quello sì che è il suo vero avversario! Non segue la corretta traiettoria subito dopo. Quando va all'interno, arriva talmente lungo da finire sull'erba e da farsi sfilare non solo dal compagno-rivale, fin troppo gentile, ma anche da Heidfeld. Che bello spettacolo, in quei primi cinque giri del Gp della Malesia di domenica scorsa!
Questo, però, non è più l'argomento del giorno. Ormai, sul pilotaggio, tutti si son fatti la giusta opinione. Adesso, i lettori (quelli che hanno aperto «Il Giornale» prima della partenza, già sapevano, dal mio commento, chi avrebbe potuto vincere, grazie alle strategie) desiderano guardare ai prossimi e imminenti sviluppi, con buoni supporti tecnici, per chiedersi se anche il Gp del Bahrain di domenica ventura sarà in salita. E allora bisogna richiamare gli errori tattici di Sepang, dopo la conferma delle condizioni perfettamente uguali tra le due Ferrari (17 e 18 giri del primo «stint») e la macchina di Alonso, scalata di un giro, per i noti problemi-radio. Eppure, dopo un consumo di circa 50 kg di carburante, lo spagnolo ha rifornito in 0,612" meno, con un giro più di Massa, e in 0,906" meno di Raikkonen, a pari percorso. Hamilton, su 20 giri, ha avuto una sosta di 29"073, contro 31"178-31"472 dei due ferraristi.
La nota curiosa è stata che Hamilton ha compiuto il giro più veloce (1'36"701) al 22° passaggio, con gomme fresche e con un certo peso. Alonso è sceso a 1'36"861 nel finale, due giri dopo aver montato le gomme più dure. Raikkonen non ha mai fatto meglio di 1'37"228 (ultimo giro con pneumatici più soffici), mentre Massa è giunto solo a 1'37"199, appena passato alla mescola più dura. Un divario di quasi mezzo secondo. Questo è lo specchio delle prestazioni: gli ingegneri della Ferrari hanno scelto un compromesso (pesi e configurazioni aerodinamiche) troppo cautelativo. Esattamente quello che si decide quando vi è la certezza di avere due vetture al comando e la possibilità di tenere un passo non certo esasperato. Ma quando l'avversario si colloca allo 0,28 per cento del miglior tempo in qualifica, ben altri compromessi vanno predisposti.
Ferrari, gli errori da non ripetere al Gp del Bahrain
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