nostro inviato a Fuji
Come generali di eserciti opposti, gli uomini Ferrari e McLaren stanno pianificando le strategie per la battaglia finale. In casa inglese, per stabilire come affrontare le ultime tre gare dell'anno, c'è voluto un attimo: piloti liberi all'insegna del tutti contro tutti. Per cui Lewis Hamilton e Fernando Alonso potranno darsele di santa ragione. Più lunga, più sofferta, più delicata invece la scelta fatta dai generali della Rossa: sacrificare Felipe Massa alla causa di Kimi Raikkonen. Intendiamoci, nulla di ufficiale, nulla di esplicitato, ma che un patto, un'intesa sia stata sancita all'interno del team non lo dice più solo la matematica (Hamilton 97, Alonso 95, Raikkonen 84 e Massa 77), lo dicono anche le parole usate dai diretti interessati. Massa, ad esempio: «Il titolo piloti poteva essere mio, ma sono stato sfortunato. Ci riproverò l'anno prossimo». Quindi, in un crescendo: «Ho perso il terzo posto in classifica per alcuni problemi, ho dato l'addio a troppi punti per errori non miei... La macchina è veloce ma è mancata l'affidabilità. Poco importa che il titolo lo vinca io o Kimi, importa che lo conquisti la Ferrari e, per questo, sono pronto ad aiutare il team... Ormai le mie chance sono ridotte al minimo, magari l'anno prossimo sarà lui ad aiutare me... Le voci Toyota? Il mio manager non ha avuto alcun contatto. Benché il sostegno di Massa sia ormai esplicito, Raikkonen va avanti come suo solito: «Non mi aspetto aiuto, dovete chiederlo al team, certo che se accadesse sarebbe bello. Dico solo che fino all'ultimo minuto farò di tutto pur di vincere il titolo. Ma sarà difficile».
In McLaren è una continua eruzione di parole. Dice Hamilton: «La manovra di Alonso a Spa? D'ora in poi, non lo perderò mai d'occhio. Sappia che so essere anche io aggressivo...
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