Ferrovie, una rivoluzione nelle stazioni

Nuova vita per l’architettura ferroviaria italiana. Non più pensata solo in funzione degli arrivi e delle partenze in treno, ma affacciata alle città e agli scenari economici e sociali. E con una spiccata attenzione verso le opportunità di sviluppo dei servizi, grazie al recupero di un maggior numero di spazi da dedicare ad attività commerciali.
Gli interventi in corso a cura del gruppo Ferrovie dello Stato sono numerosi e diversi. Si va dal rinnovo di importanti stazioni storiche, con soluzioni che coniugano il passato con un’aggiornata e funzionale visione dei servizi, alle stazioni di medie e piccole località, progressivamente ristrutturate per migliorare la loro funzionalità. Ma si costruiscono anche nuove grandi stazioni, come quelle di Roma Tiburtina, Torino Porta Susa, Firenze Belfiore e Napoli Afragola. Tutte progettate da architetti di fama e destinate a diventare i poli intermodali dell’Alta velocità-Alta capacità, il sistema che da dicembre 2009 cambierà il modo di muoversi degli italiani e potrà offrire alle città inediti luoghi di frequentazione e nuove opportunità di investimento.
La storica stazione di Milano Centrale, dopo l’esperienza positiva di Roma Termini, sarà la prima delle «grandi» a essere inaugurata, in dicembre, al termine di un complesso intervento di riqualificazione. Un restyling globale che le farà assumere un ruolo più importante e strategico nel contesto di una realtà ferroviaria in cui il processo di potenziamento del nodo lombardo costituirà la risposta alla crescente domanda di mobilità, anche in vista dell’Esposizione Universale del 2015.
Seconda stazione italiana per grandezza e volumi di traffico, nata nel primo Dopoguerra su progetto dell’architetto Ulisse Stacchini, Milano Centrale, oltre che un efficiente centro di servizi per i viaggiatori, diventerà uno dei più grandi spazi pubblici italiani dedicati a incontro, scambio, commercio, cultura e socializzazione. E diventerà anche un motore di sviluppo per la città, come dimostrano i numerosi interventi di recupero su un’area di 600mila metri quadrati, pensati con l’obiettivo di riqualificare tutto il quadrante intorno alla stazione.
L’intervento di restauro è uno dei più importanti di architettura civile in Italia degli ultimi anni: sono stati recuperati e restaurati quasi 16mila metri quadrati di volte e 7mila di velari, e ripristinate le finiture architettoniche, le decorazioni e i pochi arredi superstiti. Un esempio già realizzato di queste attività è il restauro eseguito nel Padiglione reale.
Il progetto di rinnovo di Milano Centrale si pone l’obiettivo di portare tutti i percorsi interni e i servizi per i viaggiatori e per i frequentatori, a un alto livello di funzionalità, di confort, di sicurezza; inoltre l’intento è quello di portare un importante contributo al rilancio economico dell'area.
Nasceranno nuovi servizi in sostituzione e integrazione di quelli esistenti: lo spazio loro dedicato passerà dagli attuali 14mila a oltre 30mila metri quadrati, le scale mobili saranno sostituite da tapis roulant e ascensori, mentre una centrale di controllo e una estesa rete di telecamere eleveranno la sicurezza.
I percorsi diretti verso i treni verranno assicurati con quattordici ascensori di grandi dimensioni e dodici tapis roulant. Nelle sale che fiancheggiano le gallerie monumentali e i percorsi principali, sono previste attrezzature per il ristoro, per la sosta, per attività di comunicazione e commerciali e per servizi urbani, a quota terra, a livello binari e ai piani mezzanini. Sotto le due grandi arcate metalliche laterali sarà realizzata infine una terrazza in acciaio e cristallo destinata a servizi per l’attesa e il ristoro, da dove ci si potrà affacciare verso i binari.
Poiché attualmente la Centrale è interessata da un flusso di circa 330mila passaggi giornalieri, al rinnovo e alla riorganizzazione dei sistemi di accessibilità e della mobilità interna saranno legati i più significativi interventi introdotti negli spazi storici restaurati; mentre le trasformazioni più rilevanti dal punto di vista urbanistico edilizio si rivolgeranno alla creazione di nuove forme di accessibilità dall’esterno.
Dalla metropolitana ci sarà accesso diretto agli spazi di stazione; la Galleria delle Carrozze, liberata dalle auto, riacquisterà vivibilità e restituirà l’originario collegamento fisico e visivo della stazione con la piazza Amedeo d'Aosta e con il grande asse prospettico via Pisani-Piazza della Repubblica. La stazione, oggi barriera che separa fisicamente i quartieri limitrofi, verrà aperta alla città con la realizzazione di una nuova galleria pedonale che attraverserà l’intero complesso, mettendo in collegamento piazza Luigi di Savoia e piazza 4 Novembre.
La sfida del progetto è quella dell’innovazione sviluppata senza disperdere l’identità del luogo e il fascino che lo anima. Ovviamente questo può avvenire soltanto a partire da alcune regole e dalla scelta di limitare gli interventi impattanti alle effettive necessità del sistema della mobilità interna e al rinnovo dei servizi.

É per questo che la logica che ha indirizzato la progettazione poggia su quattro linee guida: la localizzazione delle trasformazioni più impattanti al di fuori dei principali spazi storici; l’autonomia dei nuovi elementi architettonici; la reversibilità degli interventi, e il minimo impatto progettuale.

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