Cronaca locale

Festa ovale in piazza Duomo nonostante l’Italia sconfitta

E venne il giorno che Milano si svegliò appassionata di rugby. Dopo i fasti delle notti mondiali ramo calcio, una nuova pennellata d’azzurro torna a dipingere piazza del Duomo. Un azzurro intenso, ancor più denso di significati dell’azzurro mondiale di Berlino. Perché in campo non ci sono i vari Totti, Del Piero e Cannavaro, perché in palio non c’è la Coppa del Mondo. Eppure Piazza del Duomo si riempie di duemila persone, forse più: tanti appassionati di lunga data, ma anche molti, moltissimi curiosi. Misteri dello sport, misteri del rugby. «Il rugby appassiona perché è uno sport genuino - spiega Marco, studente universitario -. A differenza del calcio, incarna ancora quei valori che altrove si sono smarriti». E non è l’unico a pensarla così.
I primi ad arrivare ai piedi dal maxischermo allestito per la diretta della sfida del Sei Nazioni di rugby tra Italia e Irlanda, sono gli studenti. Zaino ancora in spalla, un panino divorato velocemente durante il tragitto da scuola e cappellino rigorosamente azzurro ben calcato in testa. Qualche intrepido si avvolge persino nel tricolore: forse troppo per una passione sbocciata tanto inaspettatamente quanto repentinamente. Accanto a loro si sistemano anche decine di supporter irlandesi. Sono italiani. Ma hanno una passione sfrenata per l’Irlanda e per le atmosfere celtiche d’oltremanica. Alcuni sfoggiano la casacca verde della nazionale irlandese. Ma sotto hanno quella azzurra: dalla torre preferiscono non buttare nessuno. Sono gli stessi che intonano a squarciagola l’Ireland's Call, la chiamata dell’Irlanda. «Non è l'inno dell'Irlanda, ma l'inno della nazionale irlandese di rugby, quella in cui giocano uniti giocatori del nord e del sud», spiegano. Alcuni neofiti ascoltano incuriositi e ne rimangono totalmente affascinati: la mania per la palla ovale ha mietuto nuove vittime. Una mania che colpisce durante tutto il match. Numerose coppie che avevano programmato un pomeriggio tra le vetrine del centro, si fermano incuriosite per un’occhiata veloce: pochi istanti e l’addio al pomeriggio di shopping è subito certezza.
Persino quando l’Irlanda affonda nella difesa azzurra, e il passivo inizia a essere pesante, la piazza non si svuota. Anzi. I presenti applaudono sportivamente una grande giocata degli irlandesi e continuano a sperare in un sussulto azzurro. Istantanea di uno sport dove la sconfitta va onorata fino all’ultimo istante di gioco. Immagini che altrove si vedono sempre più raramente.
Ore 16.20. De Marigny segna la seconda meta azzurra. Una meta insignificante ai fini del risultato, la partita era ormai conclusa da tempo. Eppure piazza del Duomo esulta. Applausi. A De Marigny, all’Italia, ai milanesi.

Ma soprattutto al rugby.

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