Quel che la prossima Festa di Roma (18-28 ottobre) non ha ancora detto del suo programma, si apprende nelle altre capitali del cinema, dove non c'è segreto su un film avviato a un grosso festival italiano. Le presenze illustri finora annunciate (Francis Ford Coppola, Dario Argento e Cate Blanchett) da Roma hanno soprattutto un grande passato, ma si è curiosi di vedere come un romanzo dell'antropologo e storico delle religioni romeno, Mircea Eliade - caro a Giovanni Papini e a Julius Evola - sia diventato un film dello sceneggiatore di Patton e del regista del Padrino.
La seconda edizione della Festa, il più nuovo dei festival mondiali nati in Italia, si definisce a ridosso del più vecchio vecchio, la Mostra di Venezia. Quest'ultima sta per aprire la LXIV edizione ricordando che ha settantacinque (LXXV) anni, visto che il conte Volpi - bello che Marco Müller ne rivendichi la continuità - la fondò nel 1932. Del resto, se la Mostra è ancora arzilla, è proprio grazie alla spregiudicata direzione, e alla lunga tradizione, oltre che alla casuale connessione col Festival del cinema americano di Deauville: i divi di Hollywood adorano apparire in due manifestazioni con un'unica trasvolata continentale e atlantica... Anche Woody Allen, che non è un divo e che sta a New York, pare prediligere la Mostra; il distributore italiano del suo nuovo film, Aurelio De Laurentiis, che predilige invece la Festa, ha dovuto quindi adattarsi.
L'altro grande attore-regista eterodosso del cinema americano, Sean Penn, dovrebbe però mandare alla Festa di Roma Into the Wild («Nella natura selvaggia»), che ha diretto ispirandosi al libro omonimo di Jon Kracauer; è una storia molto americana di ritorno alla natura, in Alaska (nel libro la vicenda è ambientata nel 1992): gli interpreti sono Emile Hirsch, Vince Vaughn e William Hurt.
Più incerto se, per la Festa, sarà pronto Beowulf di Robert Zemeckis, con Ray Winstone, Anthony Hopkins, John Malkovich e la voce di Angelina Jolie (nel ruolo della madre del mostro); il film - dato in uscita negli Stati Uniti l'11 novembre - è ispirato all'omonimo personaggio della mitologia nordica.
Quasi acquisita dalla Festa sarebbe invece la coproduzione con gli americani dell'italiana Fandango, Seta, scritto e diretto dal canadese François Girard, a partire dal libro omonimo di Alessandro Baricco (Garzanti), con Keira Knightley e Michael Pitt. Dovrebbero tutti essere di Première, il traino della Festa, mentre è incerto se lì finirà Sa Majesté Minor di Jean-Jacques Annaud, con José Garcia e Vincent Cassel, vicenda a sfondo mitico greco, diretto dal regista reso famoso dalla preistoria de La guerra del fuoco.
E il concorso? Da Mosca si segnalano la partecipazione di Glamour (Fascino) di Andrei Konchalovsky, storia di prostituzione come promozione sociale nella Russia degli oligarchi, interpretata da Julija Vysockaja e girata in Russia, Montenegro e Francia; e la prima parte della trilogia di Mongol, biografia di Gengis Khan (l'interpreta Tadandru Asano), scritta e diretta dal russo Sergei Bodrov, ma di produzione tedesca.
Da Belgrado si dà invece per acquisito alla Festa, come evento speciale, il documentario di Emir Kusturica su Diego Armando Maradona, la cui presenza era data per certa a ogni festival dell'ultimo anno, salvo allontanarsene, alla resa dei conti.
Il tam-tam italiano batte sui film di produzione nazionale rimasti fuori dalla Mostra di Venezia. Annunciato finora dalla Festa di Roma, probabilmente in Première, Giorni e nuvole di Silvio Soldini, produzione italo-elvetica girata a Genova e interpretata da Antonio Albanese e Margherita Buy: è il dramma di una famiglia che, raggiunto il benessere, lo perde in coincidenza con la mezz'età dei genitori.
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