Alla festa del «Secolo» sdoganato il gay Grillini
23 Luglio 2006 - 00:00Né applausi né contestazioni al leader storico degli omossessuali italiani. E lui: «Voi mi avete invitato, Rutelli e Mastella no»
Fabrizio de Feo
nostro inviato a Rieti
Il confronto inizia a cena in un consesso di convitati che più eterogeneo non potrebbe essere. Sui tavoli decisamente spartani ma ricchi di accoglienza della Festa del Secolo dItalia di Rieti, nel regno dello storico promoter dellevento Guglielmo Rositani, si accomodano tre ultrà cattolici: Riccardo Pedrizzi, presidente della Consulta etico-religiosa di An, la margheritista Paola Binetti e ludiccina Luisa Santolini. Con loro «lospite anomalo», loutsider che fa notizia - almeno alla luce del contesto in cui è calato - Franco Grillini, presidente onorario dellArci-gay e ora deputato diessino. Insieme, da lì a poco, animeranno il dibattito dedicato alla «famiglia sotto attacco». Ma prima si ritrovano in un contesto più informale a dibattere scherzosamente sullabisso politico e ideologico che li divide.
Grillini veste i panni del Gianburrasca, del provocatore scherzoso e malizioso. E la Santolini ribatte: «Grillini, la carne è debole, ma noi non lo diamo a vedere troppo come fai tu». E perfino con Pedrizzi, il parlamentare aennino che in unintervista lex presidente dellArci-gay ha definito «tanto omofobo da avere qualche conflitto irrisolto con la propria omosessualità», la tonalità dello scherzo è quella su cui si attestano con naturalezza. Lincontro tra gli opposti, daltra parte, è partito con i migliori auspici. Lingresso di Grillini in quella che dovrebbe essere la fossa dei leoni è stato, infatti, preceduto dalle dichiarazioni del parlamentare diessino al Riformista con cui ha sancito una sorta di «diversità» aennina rispetto agli stessi alleati della sua coalizione. «Fini mi ha invitato. Rutelli e Mastella no». Questo il verdetto di Grillini, tuttaltro che intimidito allidea di ritrovarsi a dibattere alla Festa del Secolo dItalia e oltretutto con un parterre di ipertradizionalisti. «Vengo volentieri qui a Rieti. Non ho nessun problema, figuratevi che sono già stato a una festa della Lega. Ho incontrato Fini un paio di giorni fa e ho riconosciuto il suo coraggio per quanto ha fatto in questi anni, nei limiti della sua cultura. Mi sembra che stia aprendo uno spiraglio verso la destra europea. Sta facendo emergere una destra laica, più attenta ai diritti dellindividuo, alletica della responsabilità piuttosto che a unetica dei principi».
Qualche perplessità Grillini la nutre sullimpostazione e sul titolo del dibattito - «La famiglia sotto attacco» - ma è chiaro che non si può risolvere tutto in un minuetto manierato e cortese perché altrimenti il sale di un incontro del genere verrebbe immediatamente a cadere. «È un titolo un po birichino, esistono le famiglie non la famiglia. E ci sono dei mutamenti sociali su cui non si possono chiudere gli occhi». Il pubblico della destra lo ascolta incuriosito mentre racconta della sua battaglia per cercare di portare a casa la legge sui Pacs, lunione civile per coppie di fatto. Un signore sulla cinquantina commenta a voce alta: «Be, a sto punto era meglio che ci portavano Luxuria». Ma cè più goliardia che animosità. E An si dimostra «gayfriendly», mostrando con il suo pubblico un atteggiamento maturo e incline più allascolto che alle battute facili.
Il dibattito si snoda sul filo della definizione di famiglia, del concetto di discriminazione, sulla distanza che esiste tra la libertà di organizzarsi nel privato nelle proprie relazioni sentimentali e sessuali e il riconoscimento pubblico di queste unioni «non tradizionali», invocato da Grillini nel nome della prassi comunitaria, «delle esperienze scandinave, francesi e spagnole». Ma il pubblico non si scompone, ascolta attento senza applaudire ma senza neppure contestare. E dimostra a Grillini di poter giocare in trasferta senza subire la pressione del pubblico avverso o di un arbitraggio scorretto.
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