A distanza di pochi giorni dalla chiusura del Festival di Sanremo che tante polemiche ha suscitato per il crollo degli ascolti, anche la Regione Liguria, tra i principali sponsor del Festival, non nasconde la sua insoddisfazione per lo spettacolo e soprattutto per la scenografia. «Il Festival di Sanremo senza fiori sul palco del Teatro Ariston ha vanificato il lavoro del Ucflor e di 1.300 fioristi italiani che, con la creazione del bouquet in vendita su tutto il territorio nazionale, avevano dato vita ad un'iniziativa che avrebbe potuto dare una forte spinta promozionale a tutto il comparto», ha detto ieri l'assessore all'Agricoltura della Regione, Giancarlo Cassini.
«A questo punto - ha aggiunto - vista la scarsa capacità e volontà della Rai nell'affrontare il problema e le difficoltà del Comune di Sanremo, entrambi legati da una convenzione sul festival che purtroppo non entra nel merito di questo aspetto, secondo me non resta che andare dritti alla sostanza. Quindi c'è tutto il tempo per rivedere gli accordi con la Rai in modo che la prossima edizione della manifestazione tenga nella giusta considerazione il patrimonio floricolo della città e della Regione». È da ricordare che la nascita stessa del Festival di Sanremo inizia proprio come mezzo di promozione dell'attività floricola della Riviera di Ponente e di Sanremo in particolare. C'è anche da dire, ma questo negli ambienti della Regione viene solo sussurrato, che l'insoddisfazione è legata anche al livello dello spettacolo, in particolare alle prime due giornate che sono state unanimemente riconosciute di basso livello.
E intanto cè una nuova storia che emerge tra quelle vissute «dietro» i riflettori del Teatro Ariston. Il Comune di Sanremo ha ordinato la chiusura dell'ex pensione Marinella, che era stata abusivamente riaperta durante la settimana del Festival.
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