Fiat, accordo con Autovaz per mettere i russi al volante

Torino fornirà tecnologie e piattaforme per sostenere lo sviluppo del partner, con cui aveva collaborato negli anni ’60

da Milano

Sergio Marchionne punta ora su un nuovo tipo di cooperazione: la fornitura di know-how a un altro gruppo automobilistico che per realizzare i propri piani di crescita e sviluppo necessita dell’apporto di un partner affidabile e di provata esperienza. Ecco perché la rinata Autovaz, già partner russo della Fiat negli anni ’60, ha scelto ancora una volta Torino come socio a cui affidare il proprio rilancio. Nel memorandum d’intesa siglato ieri, dopo che per mesi la Fiat aveva negato l’avvio di colloqui con Autovaz, il Lingotto garantirà ai russi il supporto nei processi tecnologici e di ingegneria, sviluppo, produzione, acquisto di prodotti, motori e altri componenti. Tutto quanto è necessario, insomma, per sostenere l’espansione di Autovaz nell’area delle automobili. Sempre dalla Fiat i russi otterranno anche piattaforme su cui produrre nuovi modelli.
Nulla, invece, è trapelato sulla contropartita che la Fiat riceverà. Se ne saprà di più nei prossimi mesi quando i gruppi di lavoro delle due società avranno concluso l’analisi sulla fattibilità dei numerosi progetti in cantiere. «Siamo felici di poter assistere e partecipare al processo di crescita di Autovaz», ha commentato Marchionne subito dopo la firma.
Al top manager italiano ha quindi replicato Sergey Chemezov, numero uno di Autovaz: «Questo memorandum rappresenta la fase più importante della cooperazione tra Russia ed Europa nella produzione automobilistica. Le nostre relazioni con il gruppo Fiat, società che ha avuto il ruolo principale nella costruzione della Vaz negli anni ’60, stanno conoscendo una nuova fase. la Fiat, infatti, ha contribuito allo sviluppo dell’auto più famosa in Russia e noi ora speriamo di ottenere ancora una volta un simile successo». Autovaz, dal 1970 a oggi, ha prodotto più di 25 milioni di veicoli, dà lavoro a 160mila persone che salgono a 2 milioni considerando l’indotto. La capacità produttiva attuale è piuttosto limitata (750mila unità l’anno) e nel primo semestre le linee di montaggio russe hanno sfornato 350mila automezzi, 50mila dei quali destinati all’export. La nuova era di Autovaz, che per non perdere ulteriore terreno nel proprio Paese ha bisogno di un serio rinnovamento della produzione e quindi di partner occidentali, è iniziata lo scorso anno. L’obiettivo è di arrivare a un milione di veicoli grazie anche alla nascita di un nuovo impianto e il lancio di almeno 12 novità. Lo stesso Chemezov il mese scorso aveva anche confermato la volontà di cedere una quota del 25% a un gruppo straniero.


Autovaz, inoltre, collabora da tempo con la General Motors e ora il memorandum siglato con gli italiani riavvicina, anche se simbolicamente, i due ex soci.
Per Torino, in questo momento, resta comunque Severstal il partner russo forte con il quale è stato avviato un rapporto di collaborazione sfociato nella produzione e commercializzazione di modelli.

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