Fiat, accordo in Russia con Severstal

nostro inviato a Francoforte

Severstal si conferma il partner russo di riferimento della Fiat. L’ampliamento della collaborazione strategica tra Fiat (più 1,7% a 18,8 euro in Borsa) e Severstal (nella regione del Volga saranno assemblati i furgoni Doblò con componenti provenienti dalla fabbrica italiana in Turchia) è un nuovo importante passo della strategia che vede il Lingotto ripuntare sul mercato di Mosca. Il rafforzamento dell’asse Fiat-Severstal è la notizia che ha animato ieri la prima giornata dedicata alla stampa del Salone internazionale dell’auto che si è anche caratterizzata per l’assenza dell’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne.
Il top manager sarà invece presente questa mattina per illustrare ai giornalisti la posizione dei produttori europei sulla spinosa questione delle norme anti-anidride carbonica che l’Ue ha deciso di varare. Ma quello delle emissioni è solo uno dei problemi che Marchionne deve affrontare. Per il l’ad della Fiat, infatti, si profila un 2008 tutt’altro che facile. Esaurita l’euforia per i recenti lanci della Bravo e della 500, la marca più importante del gruppo è ora chiamata a rispondere all’offensiva dei concorrenti nei segmenti “core”: city-car (Panda), utilitarie (Grande Punto), medie (Bravo). In pratica i settori che rappresentano la maggiore fonte di redditività. A parte l’imminente restyling della Croma e l’arrivo della 500 Abarth, dal momento in cui la casa torinese è uscita dalla crisi, il prossimo sarà il primo anno senza vere novità per il brand Fiat. E anche se Lancia e Alfa Romeo monopolizzeranno l’attenzione con il ritorno della Delta Hpe e la presentazione della Junior (la 149 sarà in vendita all’inizio del 2009), rimane sempre il marchio di Mirafiori a fungere da locomotiva del gruppo. C’è poi il caso Bravo a tenere in allerta Marchionne. Il modello, chiamato a restituire credibilità alla Fiat nel segmento C dopo gli insuccessi della Stilo, continua ad avere un approccio “freddo” in Europa, escludendo l’Italia. Nel 2008 gli obiettivi minimi prefissati (120mila unità) saranno raggiunti (70mila le Bravo che saranno commercializzate quest’anno).
Inutile negare, però, che lo stato maggiore del Lingotto da un modello del genere attendeva probabilmente una richiesta maggiore sui mercati del Vecchio continente, quelli veramente strategici per il gruppo. Forse a Torino, dopo il flop della Stilo che ha pur sempre raggiunto le 200mila vendite, si è ecceduto in prudenza. È questo, a esempio, il parere di uno dei concorrenti-alleati della Fiat, ovvero Frederic Saint-Geours, amministratore delegato della Peugeot: «Credo che al Lingotto siano stati stati un po’ troppo prudenti perché scottati dall’esperienza Stilo. Quando la Fiat ha fissato per Bravo l’obiettivo di 120mila unità l’anno, a noi è parsa una stima un po’ debole. Per la Peugeot 308, che nel 2008 occuperà il segmento della Bravo, noi prevediamo complessivamente 350mila vendite, di cui 200mila nella sola Europa». Ma 308 non sarà l’unica avversaria temibile per la Bravo. In arrivo ci sono anche la Ford Focus rivisitata, a gennaio, mentre sul mercato sono già approdate la Hyundai i30 e la Kia cee’d. E poi c’è la Grande Punto, vettura che ha accompagnato la rinascita della Fiat e che ora, non più giovanissima ma sempre capace di respingere gli attacchi di Opel Corsa e Peugeot 207, la prossima estate dovrà vedersela con una concorrente sicuramente temibile, la nuova Ford Fiesta esposta qui a Francoforte anche se ancora mascherata da prototipo.
Alla fine del 2007 saranno circa 350mila le Punto immatricolate, volume che nel 2008 non sarà facile ripetere.

Anche la Panda, altra regina del gruppo (nei giorni scorsi è stata festeggiata la milionesima vettura sfornata dal 2003; tra gennaio e dicembre di quest’anno saranno 230-240mila le city-car vendute), avrà pane per i suoi denti: avversaria diretta sarà la nuova Ford Ka, che nasce nello stesso stabilimento di produzione in Polonia e dallo stesso pianale che ha dato vita alla 500. Ecco perché a Torino l’atteggiamento di Marchionne è sempre lo stesso, come se il gruppo fosse ancora impegnato a uscire dalla crisi. Prendere fiato, anche se il peggio è alle spalle, non è possibile.

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