Fiat, entro il mese anche Unicredit fuori dal capitale

da Milano

Anche l’ultima delle banche del convertendo, il prestito da 3 miliardi concesso nel maggio 2002 da un pool di istituti accorsi al capezzale di una Fiat sull’orlo del baratro, si prepara a cedere la proprio quota. È Unicredit che, convertito il prestito in azioni nel settembre di due anni fa, ha annunciato che entro il 31 dicembre uscirà dal capitale del Lingotto di cui detiene il 5,2%. Come la banca guidata da Alessandro Profumo, anche le altre si sono ritrovate tre anni dopo l’erogazione del prestito azioniste Fiat. E questo dopo la decisione dell’ad Sergio Marchionne di trasformare in azioni il prestito ottenuto. Nel pool di banche che aveva risposto alla chiamata dell’allora presidente di Fiat, Paolo Fresco, figuravano insieme a Unicredit e Capitalia (ora formano un grande gruppo), Intesa, Sanpaolo Imi (spose dall’estate 2006), Bnl, Mps e Abn Amro. Il prezzo di conversione venne fissato allora a 10,28 euro per azione. E ora, a poco più di 2 anni dall’ingresso delle banche nell’azionariato, Fiat si muove in Borsa poco sotto i 18 euro (più 2,5% a 17,72 ieri), dopo aver raggiunto massimi oltre i 24 euro, prima cioè che la crisi dei mutui subprime deprimesse i mercati. Da parte sua Unicredit aveva già comunicato di aver realizzato da tempo operazioni di copertura finanziaria sulla partecipazione. Era in pratica stato costruito uno swap che maturerà entro fine anno. Inizialmente il derivato prevedeva un regolamento in contanti, mentre ieri la banca ha annunciato che al termine del contratto al posto di rimborsare i sottoscrittori consegnerà loro i titoli Fiat. La mossa di Unicredit era in parte attesa, ma l’ultima parola passa ora al mercato. Il responso si conoscerà alla riapertura di Piazza Affari, mentre già a fine anno nuovi azionisti potrebbero comparire a sorpresa nel capitale Fiat grazie alla quota Unicredit. Ora nell’azionariato del Lingotto, con una quota sopra il 2%, resta solo una banca: Barclays (2,9%).
Sul fronte torinese, intanto, in attesa del grande rendez vous di lunedì al Lingotto per la presentazione del libro Gianni Agnelli (Rizzoli), è tornato di attualità il tema di possibili cambi ai vertici alla divisione Auto.

L’ad Marchionne sta cercando un nuovo capo per Alfa Romeo dopo la decisione di Antonio Baravalle, come riportato ieri dal Sole, di cambiare attività: da febbraio guiderà l’editrice Einaudi (Mondadori).
Si parla di soluzione interna e uno dei possibili candidati a prenderne il posto potrebbe essere Roberto Ronchi, attuale ad di Maserati che tornerebbe così a dividersi tra Modena e Torino.

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