Fiat Industrial, fusione con Cnh: il titolo lascia Milano per New York

Camion e trattori del Lingotto batteranno bandiera olandese: Fiat Industrial si fonde con la controllata americana Cnh, sposta la sede legale nei Paesi Bassi e la quotazione a Wall Street. Un’operazione che per molti, dagli analisti ai sindacati, potrebbe essere la prova generale, prima di andare in scena con lo stesso copione, protagoniste stavolta Fiat e Chrysler. Il numero uno del Lingotto, Sergio Marchionne, prende tempo: «Sarebbe possibile, ma non è il momento. Dobbiamo esercitare le opzioni previste su Chrysler. Non cominciate con le congetture». E per rafforzare il concetto raccomanda agli analisti di non lanciarsi in «teorie cospirazioniste» sulla possibile quotazione a New York di Fiat-Chrysler.
Praticamente certo, invece, l’addio a Piazza Affari della newco «industriale»: avrà una quotazione secondaria in Europa, ma avendo una «giurisdizione olandese - ha sottolineato Marchionne - non avrà più alcuna connessione con la piazza italiana». Anzi, sparirà anche il nome Fiat: «Non c’è più alcun veicolo che si chiama Fiat nella struttura, tutti gli altri marchi hanno nomi diversi, quindi Fiat non sarà nel nuovo nome».
La proposta che Fiat Industrial ha avanzato al cda di Cnh prevede infatti la fusione di entrambe le società «in una nuova holding di diritto olandese - si legge nella nota - o una struttura analoga, sulla base di rapporti di concambio da determinarsi in base ai prezzi di mercato delle azioni Fiat Industrial e Cnh precedenti l’annuncio della transazione (periodo individuato in marzo/aprile 2012, prima che la questione fosse stata sollevata pubblicamente)». Fiat Industrial, inoltre, «non intende prendere in considerazione pagamenti in denaro per le azioni Cnh»: l’esborso massimo relativo all’esercizio da parte degli azionisti del diritto di recesso previsto dalla legge italiana in conseguenza del trasferimento della sede e altri eventuali diritti non deve eccedere «250 milioni di euro», massimo esborso da sostenere. Il senso dell’operazione- che dovrebbe concludersi entro l’anno- è racchiuso nel commento finale del presidente Marchionne: «Costituisce la naturale evoluzione del processo di semplificazione del mondo Fiat e consente ai mercati di valutare adeguatamente il valore complessivo di Fiat Industrial e Cnh. Questa chiarezza faciliterà anche l’ottenimento di finanziamenti dei nostri business a costi più favorevoli e garantirà la necessaria flessibilità per le future operazioni strategiche».
Ma Sergio Marchionne ha voluto andare oltre, scrivendo direttamente ai dipendenti per rassicurarli sul loro futuro:«Cambierà la struttura del capitale, non cambia l’assetto operativo. Non ci saranno effetti sulle nostre attività operative nè tanto meno sulle nostre persone». Il progetto non comporterà esuberi o una diminuzione di attività. Tuttavia, Giorgio Airaudo, segretario generale della Fiom, esorta il governo a chiedere indicazioni «non tanto sullo spostamento della sede legale, ma con quali prodotti e a quali condizioni Fiat intende mantenere in Italia un’industria degli autoveicoli».

Il mercato ha premiato Fiat Industrial (+0,95%) ma non Fiat (-5,12%), in una giornata negativa per il comparto auto in Europa, nè la controllante Exor (-1,19%). Dal canto suo, il presidente della capogruppo, John Elkann, in una nota sostiene la decisione, confermando «la sua volontà di rimanere azionista di lungo termine del nuovo gruppo».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica