«Fiat, nel 2006 crescita a due cifre»

nostro inviato a Montecarlo

Fiat Group inizia il 2007 mostrando i muscoli e non solo per aver abbinato agli All Blacks neozelandesi, la nazionale di rugby più forte del mondo, il marchio Iveco («quando me l’hanno detto - è la battuta di Sergio Marchionne - pensavo scherzassero, era come pensare di sponsorizzare Marilyn Monroe negli anni Cinquanta»). Il gruppo automobilistico torinese ha infatti archiviato il 2006 con il miglior risultato da quattro anni a questa parte in Europa, anche se non è riuscito a raggiungere l’8% di quota mercato e ha mancato di pochissimo, a livello mondiale, il traguardo dei 2 milioni di vetture. La crescita di Fiat Auto nel Vecchio continente è stata del 17,6%, che equivale a una quota del 7,6%, l’1,1% in più sul 2005. Tra i gruppi più importanti quello italiano è l’unico ad avere un risultato a due cifre: i volumi di Volkswagen e Toyota sono aumentati, rispettivamente, del 6,2 e del 9,2%, e in un contesto generale che ha visto le immatricolazioni avanzare dello 0,7%. «Il nostro obiettivo - ha spiegato l’ad della Fiat - è arrivare nel 2010 a una quota nel mercato europeo dell’11% e di oltre il 35% in Italia». Fiat Auto è cresciuta in tutti i principali mercati e significativo è, in particolare, il dato di dicembre in Germania, anche se influenzato dalla corsa dei tedeschi alla nuova auto prima che scattasse l’aumento dell’Iva. La quota di Fiat Auto è così stata del 2,6% (più 0,7%), mentre i volumi sono aumentati del 60,3%. Determinante, in generale, è stato l’andamento del marchio Fiat, grazie soprattutto a Grande Punto e Panda: più 22,1% e quota mercato del 5,8%.
A Montecarlo l’ad del Lingotto ha preso lo spunto dai risultati dell’Auto in Europa per ricordare come «manteniamo le promesse fatte», ma «che c’è ancora molto da fare per raggiungere i target del 2010» (67 miliardi di ricavi a livello di gruppo e 5 miliardi di utile operativo, oltre 2,8-2,9 milioni di vetture prodotte che diventano 3,5 milioni con le joint venture). Lo stesso Marchionne, inoltre, sembra voler prendere tempo prima di passare a uno dei suoi manager più vicini la responsabilità di Fiat Auto: «Non prima della fine dell’anno». Il 25 gennaio, intanto, il cda della Fiat dovrà approvare i conti dell’ultimo trimestre 2006 e dell’intero anno. Nell’occasione sarà all’ordine del giorno anche il ritorno al dividendo. «L’argomento è sul tavolo - ha detto l’ad - e dai risultati che ho appena visto la cedola ci dovrebbe stare. C’è euforia nel clan del Lingotto: «La Fiat guarda il futuro a testa alta - ha aggiunto Marchionne - e ora è un’azienda rispettata perché ha dimostrato con le proprie forze che cosa sa fare. Il 2007 è iniziato molto bene in tutti i settori. Quando si parla di noi gli occhi sono puntati sull’Auto. Era il mattone pericolante che poteva mettere a repentaglio la solidità dell’edificio. Oggi non corriamo più pericolo. E la nostra volontà è portare ognuno dei nostri settori al livello migliore». Marchionne vuole ora che al più presto le agenzie di rating riconoscano alla Fiat l’investment grade, il giudizio per i creditori più affidabili. E proprio ieri Fitch ha fatto sapere che ritiene possibile alzare la valutazione se gli obiettivi del piano industriale saranno rispettati.

«Ma un’azione sul rating - precisa l’agenzia che ad agosto ha portato l’outlook da stabile a positivo - è possibile ma non necessaria in 12-24 mesi».
Si è intanto fermata la corsa del titolo torinese che lunedì aveva superato quota 15 euro. Ieri le azioni hanno chiuso a 14,99 con una perdita dello 0,41 per cento.

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