Economia

Fiat: no al Motor Show e il Salone dell’auto rischia la scomparsa

Salvare il Motor Show di Bologna per salvare l’unico e riconosciuto Salone italiano dell’automobile. Il «no» del gruppo Fiat alla kermesse emiliana, ventilato la scorsa settimana tra gli stand di Francoforte è piombato come un macigno in questi giorni sulla società organizzatrice Promotor, sta di fatto condizionando lo svolgimento della manifestazione.
L’adesione di molte case estere era infatti legata alla decisione del costruttore nazionale di partecipare alla rassegna. E ora che a Torino una decisione è stata presa, il rischio per gli organizzatori è che alle defezioni già previste (General Motors, Bmw-Mini, Renault e Nissan) si aggiungano quelle degli indecisi, in pratica buona parte degli altri gruppi. Le ragioni che hanno spinto Fiat, Lancia e Alfa Romeo (Ferrari e Maserati ci saranno) a dare forfait sono strettamente economiche (già lo scorso anno la presenza è stata in dubbio fino quasi all’ultimo) e strategiche (il gruppo, che diserterà anche un «poverissimo» Tokio, ha deciso di privilegiare gli expo di Francoforte, che ha avuto i suoi problemi, e Ginevra). La partita, comunque, potrebbe non essere del tutto chiusa. Per cercare di convincere gli strateghi del marketing Fiat a fare un passo indietro (il rischio è di perdere, dopo il Salone di Torino, anche quello di Bologna) a scendere in campo potrebbero essere il ministero dello Sviluppo economico e, paradossalmente, lo stesso numero uno del Lingotto (e di Ferrari), Luca di Montezemolo, originario di Bologna nonché ex presidente della Fiera. Inutile dire che per Fiat, questi, sono mesi delicati e lo «sgarbo» fatto al Motor Show, in qualità di Salone italiano dell’auto, potrebbe in qualche modo pesare anche nella trattativa in corso per la proroga degli ecoincentivi. Proprio oggi, tra l’altro, l’amministratore delegato di Promotor, Giada Michetti, dovrebbe avere un incontro con i manager Fiat a Torino.
Che per la rassegna bolognese, quest’anno alla 34ª edizione, fosse un anno difficile era chiaro da tempo: la crisi economica ha infatti costretto i costruttori a rivedere i budget e a riconsiderare le presenze. Da qui la decisione di Promotor di ritornare alle origini (più gare ed eventi), e proponendo spazi uguali per tutti e a costo zero. Il biglietto al pubblico (quasi un milione di visitatori nel 2008) sarebbe poi omnicomprensivo: per 24 euro ingresso, snack e altri servizi.
Al momento, dice al Giornale l’ad della Fiera di Bologna, Federico Minoli, «il Motor Show ci risulta confermato: non abbiamo ricevuto disdette sui padiglioni prenotati da tempo». Le sorti della rassegna si giocheranno comunque tra oggi e l’8 ottobre, due mesi prima del taglio del nastro, quando il tema Motor Show sarà al centro della riunione tra i responsabili marketing e comunicazione delle case automobilistiche estere.

Gli scenari possibili allo stato dei fatti («no» di Fiat): gli indecisi optano per la rinuncia e fanno morire il Salone italiano dell’auto; le case estere decidono di approfittare della situazione e danno la bombola d’ossigeno alla rassegna; Promotor si svena e, nonostante gli spazi vuoti, organizza ugualmente il Motor Show puntando tutto su sport e spettacolo.

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