Oggi a Pomigliano d’Arco si vota. Lo stabilimento Fiat, destinato a ospitare dalla fine del 2011 la linea produttiva della nuova Panda, è a un bivio: vivere o morire. Il «sì» a larghissima maggioranza degli operai all’accordo (contraria è solo la Fiom) sulla riorganizzazione del lavoro nella fabbrica campana ne assicurerebbe la ripartenza e il progressivo sviluppo; il successo nei «no» al referendum, o una poco convincente percentuale di «sì», ne decreterebbero l’affossamento. In queste ore l’amministratore delegato Sergio Marchionne, in partenza da un momento all’altro per Detroit, è occupato insieme a un team di legali e consulenti a trovare il modo per «blindare» lo stabilimento. Preoccupazione della Fiat, infatti, guardando a un esito positivo delle votazioni, è riuscire a condurre in porto l’operazione Panda cercando di aggirare i tentativi di sabotaggio e boicottaggio che i dissidenti metteranno in atto.
Tra le soluzioni sul tavolo del Lingotto, che ha già trovato i sindacati contrari, c’è anche quella di creare una nuova società in cui far confluire le nuove attività di Pomigliano d’Arco, staccata quindi da Fiat Group Automobiles. «È un’ipotesi intermedia - ha commentato Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic - che abbiamo chiesto di accantonare perché preferiamo che una vittoria schiacciante dei “sì” riduca il pericolo incombente da microconflittualità. Se le cose non dovessero andare bene, non è detto che anche noi, piuttosto che mandare la produzione della Panda in Polonia, non possiamo richiedere che si ricorra a quella ipotesi. Ma solo, preciso, a mali estremi, in quanto preferiamo un successo netto dei “sì” su cui sono abbastanza ottimista».
Anche ieri è stata una giornata di discussioni, a cui hanno dato un contributo le riunioni delle principali Istituzioni del territorio (consiglio comunale di Pomigliano convocato insieme a quello della Provincia di Napoli, e assemblea regionale). «Le Istituzioni non lasceranno soli i lavoratori - la nota diffusa al termine della riunione a Pomigliano - e promuoveranno iniziative per la crescita sociale, in modo che il segnale dato dagli operai con il “sì” non rimanga isolato». «Con la ratifica dell’accordo da parte dei lavoratori - ha aggiunto Severino Nappi, assessore regionale al Lavoro - inizieremo a costruire, con la Fiat e il suo indotto, un nuovo modello di relazioni tra Istituzioni e mercato, destinato a sostenere davvero le aziende».
Nota stonata è rappresentata dalla presenza, oggi davanti ai cancelli della fabbrica, del movimento del Popolo viola. In una conferenza stampa, il movimento ribadirà l’impegno per il rispetto della Costituzione e del suo primo articolo che pone il lavoro a fondamento della Repubblica.
Una presenza singolare, quella del Popolo viola, silente per tutta la durata del braccio di ferro, e a caccia di adepti approfittando del referendum di Pomigliano. «Dico solo - afferma in proposito Giovanni Sgambati, segretario regionale della Uilm - che è una bella pretesa difendere la Costituzione cercando di boicottare, allo stesso tempo, una consultazione democratica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.