da Milano
Con una grande festa, alla quale sono stati invitati i familiari di tutti i dipendenti, oggi per la fabbrica Fiat di Pomigliano dArco si apre un nuovo capitolo. Il «porte aperte» domenicale, a cui seguirà domani mattina la ripresa ufficiale dellattività produttiva, arriva dopo due mesi di chiusura allo scopo di adeguare la struttura alle nuove esigenze del gruppo torinese. In questo arco di tempo i 5mila addetti dellimpianto intitolato al filosofo partenopeo Giambattista Vico, insieme ai mille occupati nelle aziende dellindotto, hanno seguito corsi di formazione: a loro è stato spiegato il modo attraverso cui è possibile raggiungere leccellenza nelle prestazioni aziendali. In una parola, lorganizzazione del lavoro secondo la metodologia World class manufactoring, che lamministratore delegato Sergio Marchionne ha voluto far assimilare allintera catena produttiva del Lingotto.
Parallelamente ai corsi (le ore di formazione sono state un milione, 41mila delle quali dedicate ai capi) la grande fabbrica alle porte di Napoli è stata rinnovata. La prima vera novità per Pomigliano, comunque, è che da domani non sarà più un impianto «monomarca», anche se il riavvio delle linee riguarderà, per ora, solo le Alfa Romeo che già vi venivano prodotte (147, 159 e Gt). Da settembre, infatti, anche parte della Bravo, realizzata a Cassino, sarà dirottata in Campania. Lo stabilimento napoletano si allineerà, dunque, alla logica produttiva voluta da Marchionne: suddivisione non più per marche ma per piattaforme. I siti, insomma, devono diventare più flessibili per rispondere rapidamente e in sinergia allevoluzione della domanda. Va in questo senso la decisione, per esempio, di fare di Pomigliano e del vicino impianto di Cassino un unico polo industriale.
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