Economia

Fiat rilancia su Opel, ma "nessuna elemosina"

Marchionne sarebbe pronto a rilevare una quota maggiore del capitale e aumentare i rischi a proprio carico. Il ministro dell’economia tedesco: "Stiamo esaminando con interesse la proposta". Berlusconi: "Partita ancora aperta, assoluta imparzialità del governo di Berlino"

Fiat rilancia su Opel, ma "nessuna elemosina"

Berlino Nella partita per il controllo della Opel, le azioni della Fiat sono di nuovo in risalita. Venerdì erano giunti segnali poco incoraggianti dopo che il governo tedesco aveva esaminato le offerte sul tavolo e lasciato trapelare la sua preferenza per l’offerta del gruppo Magna, principale concorrente della Fiat. Il giorno dopo lo scenario è completamente cambiato in seguito ad una precisazione sui piani del Lingotto inviata a Berlino da Sergio Marchione. E il cambiamento è confermato dallo stesso ministro dell’Economia Guttenberg: «La Fiat ha migliorato la sua offerta e la stiamo esaminando con interesse. Circa la Magna dobbiamo ancora fare un’analisi dei rischi». Insomma la partita è più aperta che mai e si svolge su più piani. I contatti continui tra Torino e Berlino sono infatti accompagnati dall’azione diplomatica che il nostro governo sta conducendo dietro le quinte per creare un terreno politicamente favorevole ai piani del Lingotto. Ed è lo stesso Berlusconi a confermare che le voci pessimistiche circolate venerdì devono considerarsi superate. «Posso assicurare - ha detto il presidente del Consiglio - che c’è l’assoluta imparzialità del governo tedesco. L’operazione Fiat-Opel non è un’occasione perduta». Circa i motivi che hanno determinato un cambiamento di clima a Berlino, il ministro Guttenberg non ha voluto entrare nei dettagli. C’è però un dispaccio della Dpa, l’Ansa tedesca, secondo cui la Fiat sarebbe pronta a rilevare una quota maggiore del capitale della Opel e ad aumentare il rischio che l’azienda italiana assume a proprio carico. Con certezza si sa solo che la Fiat ha notevolmente ridotto l’entità dei tagli negli organici rispetto all’offerta iniziale. Secondo la stampa tedesca in un primo tempo i tagli sarebbero stati 18mila, ora sarebbero inferiori a 10mila e in tutta Europa. L’entità dei tagli negli organici è uno dei nodi cruciali della trattativa. E il fatto che la Fiat abbia corretto i numeri verso il basso sembra avere attenuato la ostilità verso il Lingotto del governatore dell’Assia, Roland Koch, uno dei principali sostenitori del gruppo Magna. «È una buona notizia che farà piacere alle maestranze e rende più competitiva l’offerta italiana», ha commentato Koch in un’intervista al Welt am Sonntag. Un passo avanti non da poco perché Koch è uno dei personaggi centrali della partita. Nel suo land si trovano il quartier generale della Opel e le banche che dovranno assicurare i finanziamenti ai futuri controllori della Opel. Anche la stampa ha cambiato i toni che fino a qualche giorno fa rivelavano una chiara diffidenza verso gli italiener, gli italiani. L’autorevole Süddeutsche Zeitung pubblica un articolo dal titolo «Date una chance alla Fiat» e ancora più eloquente è il sottotitolo: «Magna è il concorrente favorito: a torto». L’articolo spiega che dei tre concorrenti la Fiat è l’unico che ha proposto un piano di sviluppo industriale credibile. E sulla stessa linea è lo Spiegel che lunedì esce con una lunga intervista a Marchionne di cui si lodano le doti di manager. Nell’intervista l’ad della Fiat dà un giudizio severo sui piani della Magna che punterebbe a conquistare il mercato russo grazie ai finanziamenti delle banche di Mosca: «Se un mio manager mi avesse presentato un piano del genere avrebbe subito perso il posto». Circa le difficoltà che la Fiat incontra in Germania Marchionne è lapidario: «Se la Opel non ci vuole non cadrò in depressione. E se questa saga andrà avanti ancora per un pezzo non intendo parteciparvi, io non chiedo l’elemosina».

E ha poi chiarito che, contrariamente alle ricostruzioni che vorrebbero come alternativa a Opel un asse con Psa, Torino non si adopererà per trovare un altro partner industriale in Europa.

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