Fiat, riorganizzata la squadra Marchionne si dà la carica

MIRAFIORI Al vertice della Fiat Auto sarà sempre l’amministratore delegato del Lingotto

Fiat, riorganizzata la squadra Marchionne si dà la carica

Per Fiat Auto c’è una posizione in questo momento inamovibile: è quella dell’amministratore delegato, ricoperta da Sergio Marchionne, ovvero del numero uno del gruppo industriale di Torino. Fino a quando Marchionne resterà alla guida del Lingotto, la carica di capo della divisione «core», cioè di Fiat Auto, rimarrà dunque a lui. Un eventuale passaggio del testimone perciò non è in programma, per di più in un momento come quello attuale, all’inizio di un anno che per il settore automobilistico, nel suo complesso, si presenta molto difficile.
E proprio per «avere una struttura molto più agile e snella, aumentando il livello di aderenza alle opportunità di business e la velocità di azione», come spiegato dallo stesso Marchionne, Fiat Group Automobiles è stato oggetto di una riorganizzazione che ha visto la costituzione di quattro nuove funzioni (attività commerciali, marketing, sviluppo del prodotto e gestione portafoglio nuovi prodotti) che opereranno «con responsabilità trasversali all’interno dell’azienda, mantenendo assolutamente distinte le responsabilità dei singoli brand, in modo da salvaguardare e valorizzare le identità specifiche di ogni marchio e la loro riconoscibilità sul mercato». Sostituito in un battibaleno Luca Del Meo con Sergio Cravero al volante di Alfa Romeo, e assegnata la sportiva Abarth al tedesco Harald Wester, i marchi di Torino sono pronti ad affrontare le non facili sfide del 2009. L’anno, del resto, dimissioni di De Meo a parte, ha subito mostrato i guantoni a Marchionne: Moody’s ha messo sotto osservazione con implicazioni negative il debito Fiat dopo che i mercati di riferimento del Lingotto hanno rallentato più del previsto. E il titolo è tornato a soffrire.
In Borsa, ieri, le azioni Fiat hanno chiuso con un ribasso del 4% a quota 4,71 euro. In una settimana il Lingotto ha lasciato sul terreno il 16% circa, mentre nello stesso periodo l’indice delle blue chip ha ceduto il 3,9%.
A Marchionne, comunque, le sfide complicate hanno il potere di dargli ancora più energia: è un manager d’attacco e lo ha sempre dimostrato, anche quando ha accettato di dare il suo contributo al salvataggio del colosso bancario svizzero Ubs. E di sfide, come detto, ce ne saranno tante nei prossimi mesi. A partire da quella di ottenere dall’Ue un efficace piano di aiuti in grado di risollevare il settore dalla crisi, controbilanciando i sostegni che gli Stati Uniti stanno assicurando all’industria nazionale. Questo passo sarà determinante per consentire ai costruttori di continuare a investire nell’efficienza dei motori e per raggiungere i risultati che Bruxelles si attende sulla riduzione di anidride carbonica. Europa e Brasile sono i mercati chiave per il gruppo Fiat: il rafforzamento della struttura commerciale nella riorganizzazione del gruppo di Mirafiori va proprio nella direzione di sfruttare nel modo più opportuno le fasi altalenanti che si presenteranno durante l’anno. Ma è dal capitolo alleanze che si attendono le maggiori sorprese. Marchionne ha ribadito la necessità di trovare uno o più partner.


Ci saranno nuovi soci industriali, oltre a quelli attuali e «storici»? Saranno ampliate le joint venture già operative? Verranno fin da ora poste le basi per la multi-alleanza ipotizzata poco tempo fa da Marchionne? Se tutti guardano all’Auto, pensando a Bmw, Mercedes e Psa Peugeot Citroën, c’è anche chi non esclude un accordo di peso che coinvolga, per esempio, Magneti Marelli e Fiat Powertrain Technologies con analoghe divisioni di altri gruppi.

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