Fine settimana di lavoro per Sergio Marchionne e la sua squadra di fedelissimi con gli ultimi ritocchi al piano strategico 2010-2014 che mercoledì sarà presentato alla comunità finanziaria. I tempi stringono, tutto lincartamento dovrà essere stampato entro domani ed è scontato che anche oggi al Lingotto si faranno le ore piccole. Dal piano Fiat, legato a doppio a filo con lo sviluppo dellalleata Chrylser, si attendono risposte sulloccupazione e sullimpatto nel sistema produttivo italiano dellaccordo con gli americani. Ma lattesa, al di là delle indiscrezioni filtrate di recente e riportate da Automotive News, riguarda soprattutto gli aspetti finanziari. In sintesi, se ci sarà lo scorporo della divisione Auto, quando avverrà loperazione e, in particolare, una volta quotata anche Chrysler, se Torino e Auburn Hills convergeranno sempre di più sino a fondersi.
Alcuni analisti, gli stessi che mercoledì saranno allauditorium del Lingotto ad ascoltare Marchionne, propendono per lo spin-off di Fiat Group Automobiles verso la fine del 2011. «Il 21 aprile - spiega uno di essi - credo che Marchionne delinei una sorta di road map che, alla fine, porterà Fiat Group Automobiles e Chrysler al vero matrimonio. Le tappe potrebbero essere queste: separazione della divisione italiana e sua quotazione, ingresso nel listino di Chrysler e successivamente convergenza definitiva. Tutto questo, comunque, subirà unaccelerazione nel momento in cui le sinergie tra i due gruppi funzioneranno e produrranno gli effetti auspicati, quindi dal 2012 in poi. Allo stato attuale, viste le poche vere novità programmate per questanno (lAlfa Romeo Giulietta per Torino) e il piano prodotti americano non ancora decollato, i primi risultati tangibili nei prossimi mesi dovrebbero arrivare dagli acquisti e dalla ricerca in comune». Per lo spin-off si è fatto il nome anche di Iveco. Sul tema gli esperti interpellati sono piuttosto freddi, anche sulla possibilità di aggregare la società produttrice di camion con quella che sforna trattori e macchine da cantiere (Cnh).
«Piuttosto - dice un analista - su Iveco mi aspetto unenfatizzazione dei progetti in Cina e novità per quanto riguarda lo sviluppo in India e i rapporti con Tata. Il Paese asiatico, impegnato a realizzare le sue infrastrutture, avrà sempre più bisogno di camion. Non è escluso, poi, che a Torino si pensi a centralizzare ancora di più gli acquisti, in particolare dellacciaio, unendo a Fiat, Iveco e Cnh, anche Chrysler. Un blocco del genere avrebbe un forte potere contrattuale».
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