Pierluigi Bonora
da Milano
Per la Fiat si avvicina il giorno della verità. E in attesa che lunedì mattina il consiglio di amministrazione approvi i dati dellultimo trimestre 2005 che dovrebbero segnare il ritorno al «nero» della divisione Auto, analisti e banche daffari fanno a gara per indovinare quale risultato annuncerà tra pochi giorni lamministratore delegato Sergio Marchionne. E se per Mediobanca, il cui report è stato anticipato nei giorni scorsi dal Giornale, al Lingotto «è tempo di raccogliere i frutti», secondo Bnp Paribas la Fiat «è tornata di nuovo in forma». Il titolo, intanto, ieri è tornato sopra quota 8 euro (8,07 grazie al balzo del 3,1%), soglia abbandonata venerdì dopo il blitz del Sanpaolo che senza informare gli amici storici del Lingotto aveva collocato sul mercato lintero pacchetto del convertendo. E così, a tre anni dalla scomparsa dellAvvocato (ieri i familiari si sono riuniti a Villar Perosa per la commemorazione), il gruppo torinese si prepara ad annunciare ufficialmente ciò che fino a pochi mesi fa sembrava unutopia: Fiat Auto è sulla strada della guarigione. Anche Bnp, nella sua analisi, è convinta che gli obiettivi che Marchionne ha fissato per il 2007 «non sembrano essere completamente irrealistici».
La stessa banca prevede unimpennata fino al 40% del valore dellazione torinese sempre che i target del prossimo anno siano raggiunti. Da qui il miglioramento del giudizio, a «outperform» da «neutral», con un «target price» generoso: 10 euro rispetto alla stima precedente di 7,1 euro. Bnp passa anche in rassegna la produzione del gruppo di Mirafiori. E se per Panda e Grande Punto i rispettivi obiettivi (200mila e 360mila unità) dovrebbero essere superati senza problemi, il lancio della Stilo 2 servirà allazienda per tornare a recitare un suo ruolo nel segmento delle vetture medie, dopo i flop di Bravo-Brava e della Stilo 1.
Alla «prova della verità», sottolinea Bnp, è comunque attesa lAlfa Romeo che, dopo il disastroso 2005 e il difficile impatto della 159 berlina - penalizzata da errori nel posizionamento, dal lancio tardivo, da una gamma troppo a lungo incompleta, dalla volontà iniziale di mettersi in concorrenza con i modelli tedeschi e da una rete poco competitiva - dal 2006 beneficerà di unimportante iniezione di novità: dalla Brera e alla Spider, dalla 159 Sportwagon fino alla nuova 147 annunciata, però, per il prossimo anno. «Per essere redditizio - scrive Bnp - il Biscione deve produrre almeno 200mila vetture. E grazie al progetto del gruppo di rilanciare il marchio negli Usa le vendite potrebbe schizzare a 300mila». Al di là delle attese ottimistiche su Fiat Auto, secondo alcuni osservatori non mancano le incognite. «Il grosso buco - afferma al Giornale una fonte finanziaria - si presenta dal 2007 in poi, quando verrà meno leffetto trainante della Grande Punto. Il management di Mirafiori, inoltre, è da troppo tempo sotto pressione e sono in molti a chiedersi fino a quando riuscirà a seguire i ritmi imposti da Marchionne. Questa corsa contro il tempo potrebbe veramente avere come obiettivo quello di mettere sul mercato Fiat Auto, una volta ritornata attraente».
Sul nodo degli esuberi, infine, il ministro del Welfare, Roberto Maroni, ha affermato che «tra pochi giorni saremo in grado di fare una proposta alla Fiat e ai sindacati ed entro una settimana potremo riconvocarli». Ieri Maroni, insieme ai sottosegretari Maurizio Sacconi e Roberto Rosso, ha discusso con le agenzie il problema del ricollocamento dei dipendenti che la Fiat non intende riassorbire.
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