da Milano
Continuano gli alti e bassi del titolo Fiat. Dopo lexploit di martedì (più 5,7%) sullonda delle dichiarazioni dellad Sergio Marchionne, poi precisate meglio e in parte rettificate su un possibile spin off dellAuto, ieri il titolo è tornato nuovamente in terreno negativo (meno 2,33% a 18,29 euro). Oltre alle inevitabili prese di beneficio, a pesare è stato soprattutto lo stop forzato al sistema produttivo (22mila gli addetti messi in libertà) a causa del blocco deciso dagli autotrasportatori. Sempre ieri, intanto, il Lingotto ha confermato lanticipazione del Giornale a proposito del successore di Antonio Baravalle alla guida di Alfa Romeo. Sarà Luca De Meo, ex capo di Fiat Automobiles, e attuale responsabile oltre che del marchio Abarth anche del marketing dellintero gruppo industriale torinese.
Nel ringraziare Baravalle (dal 2008 sarà al vertice delleditrice Einaudi), Marchionne ha ricordato come lad di Alfa uscente «ha sempre lavorato con intelligenza e dedizione». Le sfide immediate che attendono De Meo riguardano la gestione del rinnovamento della fabbrica di Pomigliano dArco dove vengono prodotte le Alfa 147, 159 e Gt (le linee saranno ferme dal 7 gennaio al 2 marzo 2008), il lancio della Junior (nella seconda metà del prossimo anno) e il ritorno del Biscione sul mercato Usa. «Limpegno contemporaneo nello sviluppo del marchio Alfa e nella promozione delle attività di marketing - sottolinea in proposito il Lingotto - mette De Meo nella posizione ideale per seguire il ritorno negli Usa». Infine è da registrare lintervento di Luca di Montezemolo, in qualità di presidente di Confindustria, sul contratto dei metalmeccanici. Per il numero uno della Fiat e di viale dellAstronomia «ritornare ai contratti di durata triennale sembra la soluzione migliore, specie se accompagnata da una ridefinizione del ruolo della piattaforma nazionale».
«Abbiamo bisogno - ha aggiunto Montezemolo - di contratti nazionali di stampo europeo» che «consentano al confronto in sede aziendale la migliore distribuzione della produttività e dei risultati raggiunti».
Solo così «sarà possibile pagare di più chi merita di più, chi lavora di più e chi ha le migliori performance». Per Montezemolo, inoltre, «le difficoltà nascono da piattaforme che non tengono del quadro competitivo; sembrano scritte da persone che vivono una realtà diversa da quella reale».
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