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Fiat volta pagina: c’è il nuovo contratto

Fiat volta pagina: c’è il nuovo contratto

«Una svolta storica per la nostra azienda e i suoi lavoratori. E anche un segnale di grande speranza per il nostro Paese». Sergio Marchionne è soddisfatto. E non lo nasconde. Dopo una maratona negoziale durata 10 giorni, ieri è stata posta la firma al nuovo contratto del gruppo Fiat. Al tavolo dell’intesa, c’erano tutti: dalle Associazione Quadri e Capi, ai sindacati metalmeccanici Fim, Uilm, Fismic, Ugl. Tutti tranne la Fiom, che al secondo giorno di trattative si era chiamata fuori, non condividendo l’accordo del 29 dicembre 2010, il cardine su cui si impernia il contratto nuovo di «pressa».
La posizione aventiniana scelta dalle tute blu della Cgil non ha però impedito di mandare in porto una trattativa che riguarda gli 86.200 lavoratori del gruppo occupati nei 60 stabilimenti italiani. La nuova intesa, che avrà durata di un anno e diventerà operativa a partire dal prossimo primo gennaio, recepisce il testo dell’accordo di Pomigliano con cui erano state fissate nuove regole in materia di organizzazione del lavoro, straordinari, assenteismo, pause, diritto di sciopero, clausola di responsabilità e l’introduzione delle Rsa al posto delle Rsu in rappresentanza dei lavoratori.
Oltre al nuovo impianto normativo, l’accordo prevede anche una «una tantum» come premio straordinario per il 2012, pari a 600 euro, che sarà erogato anche ai lavoratori in cig, la maggiorazione dal 50 al 60% dello straordinario al sabato e l’aggiunta ai 5 scatti di anzianità biennali di un sesto quadriennale. Non è tutto. È inoltre previsto un meccanismo premiale, congegnato secondo il sistema Wcm (World Class Manufacturing), che interesserà i singoli impianti sulla base di come sarà organizzato il lavoro. Sono previsti due livelli di premio. Il cosiddetto «silver» frutterà 200 euro annui in più sulla busta paga di ogni lavoratore rispetto alla retribuzione base, mentre il «gold» ne porterà 500 in più.
La firma del contratto non ha naturalmente chiuso il duello tra Fiat e Fiom. Pur senza mai citare espressamente la sigla guidata da Maurizio Landini, Marchionne ha non a caso ricordato che «esiste una larga parte della società che dice no agli antagonisti per professione, che ha voglia di rimboccarsi le maniche e risolvere i problemi». Ed è sempre alla Fiom che l’ad di Fiat si è riferito quando ha ringraziato quanti hanno «capito che non era più possibile restare legati ai modelli del passato, gli stessi che hanno portato i nostri stabilimenti italiani ad allontanarsi negli anni dagli standard del resto del mondo». Ma Landini non sembra aver intenzione di sotterrare l’ascia di guerra. Anzi. «Il governo non può stare a guardare perchè nell’accordo tra Fiat e sindacati mancano gli investimenti e la tutela delle libertà sindacali garantiti dalla Costituzione». Anche Susanna Camusso, leader della Cgil, non ci sta: «L’accordo sul contratto Fiat impone e propone la modifica dell’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori», cioè quello sulle rappresentanze sindacali in fabbrica.
Soddisfazione si coglie invece nelle altre sigle sindacali.

«Una trattativa dura con la casa torinese che ha confermato tutti gli investimenti per Fabbrica Italia», ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. Di «svolta importante» parla Roberto Di Maulo (Fismic), mentre secondo Raffaele Bonanni della Cisl ora la Fiom dovrà «riflettere moltissimo sulla propria funzione».

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