Figli o lavoro, mamme al bivio

(...) avevano rinunciato alla propria occupazione altre 1.176 donne.
Secondo il presidente del Fem, Andrea Borini, quello di Milano è «un esempio eloquente di quanto sta accadendo nel resto d’Italia, dove nel 2006 una donna su nove ha lasciato il lavoro dopo aver fatto un figlio: in due casi su tre per occuparsi del bambino e in un caso su tre perché dopo la nascita del figlio il contratto non è stato rinnovato». Il tasso di occupazione femminile, in Italia, «continua a ridursi con l’aumento del numero dei figli», prosegue Borini. La media nazionale, al momento, è ferma a 1,34 figli per donna. Un dato dal quale, spiega ancora l’indagine, sarà difficile discostarsi senza cambiamenti radicali nei luoghi di lavoro e senza politiche sociali e servizi a sostegno della maternità, come asili nido disponibili ed efficienti. «Vi sono Paesi dove le donne sono più libere di scegliere - dice Borini -.

Dove gestiscono con cognizione di causa la propria possibilità riproduttiva. Dove entrano ed escono con agilità dal mondo del lavoro e dove la società investe non solo in asili nido, ma anche in detrazioni fiscali per le baby sitter, in incremento del lavoro part time e in orari più elastici».

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