La figlia dell’uomo della Uno Bianca: «Niente permessi premio a mio padre»

«Un permesso premio? A Pietro? Per andare ad aiutare gente che soffre? Ma è una barzelletta. Lui non è mai stato cattolico, ho paura che usi questa scusa, sì, insomma, la possibilità di andare da don Nicolini, solo per uscire dal carcere. Un premio a chi era complice di gente che sparava e uccideva? Un premio a chi è stato la causa del suicidio di mio nonno? E i familiari dei morti, come pensate che possano reagire? No, contraria, contrarissima».
La figlia di Pietro Gugliotta, uno dei membri della banda della Uno Bianca, non lo chiama mai «papà» e in un’intervista a La Repubblica contesta l’idea che il «complice dei killer» esca dal carcere come ha chiesto, per andare a prestare servizio in una comunità di recupero.


Cinzia, la figlia di Gugliotta è d’accordo con i magistrati che hanno chiesto di non concedere privilegi all’uomo in carcere: «Deve restare dietro le sbarre. Io, per esempio, ho il terrore di trovarmelo davanti. Per noi sono stati anni difficili, quelli della Uno Bianca. Siamo stati costretti a cambiare anche il cognome».

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