da Roma
Tre ore davanti alla televisione, trentanni rivissuti in una sera. Quando ha visto che cosa succedeva a Catania, Wanda Paparelli ha pianto ininterrottamente: pensava al poliziotto ammazzato laltra sera e a suo marito Vicenzo, tifoso laziale, morto il 28 ottobre 1979 durante un derby, ucciso da un razzo sparato dalla curva sud, quella della Roma. Aveva 33 anni, stava mangiando un panino. Wanda era accanto a lui. Lassassino, Giovanni Fiorillo, aveva 18 anni: fu condannato a 6 anni e 10 mesi, e morì nel 1993.
«Cè poco da dire e da pensare - dice il figlio di Vincenzo, Gabriele - è uno schifo». «Sono anni che si dice che il calcio deve cambiare, che cè bisogno di nuove leggi. Eppure non si è mai mosso niente». Gabriele è scettico: «È già successo che il calcio interrompa le partite per un turno. Poi sono sempre riprese, senza un nulla di fatto».
Il figlio di Paparelli: «Siamo saturi di questo schifo»
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