In fila ai seggi con la pomata anti pioggia

Gag, «bagni sicuri», ascensori elettorali e bon ton per gli anziani. Viaggio fra le sezioni: tante curiosità, qualche stranezza

In fila ai seggi con la pomata anti pioggia

Claudio De Carli

Domenica delle Palme, rossoneri in casa, acqua rognosa che scende ininterrottamente dal mattino: eppure per Milano una tranquilla prima giornata di voto sotto il solito cielo e il medesimo traffico, neanche ci fosse in palio la testa della classifica provvisoria del Paese.
Ma i milanesi chi li scuote? Ci sono giorni che prendono tutto con quell’estrema serietà che rasenta l’ironia, come quella signora che appena fuori dalla chiesa confida all’amica: «Hai visto il parroco? Aveva così paura di fare un comizio durante la messa che ligio alle consegne ha evitato qualsiasi riferimento ai giorni nostri... Ha parlato addirittura di Giuda, 2006 anni fa...».
Andando per sezioni poi è uscito il meglio, appena fuori da un’elementare in zona Farini, un marito fa alla moglie: «Oh, c’è una sorveglianza... Pensa che sono andato in bagno e c’avevo dietro due poliziotti che mi hanno seguito». E la moglie: «Perché, loro in bagno non ci possono andare?».
Sono le grandi incognite che assalgono nel giorno del giudizio. Zona Vittoria, una signora ben vestita e con un ramo d’ulivo si gira verso l’amica e fa: «Hai visto quello lì dentro il seggio? Ha il distintivo del partito sulla giacca, ma si può?». E l’amica: «Sei la solita rompiscatole... Chiediglielo a lui, perché lo chiedi a me?». Cosa dire: la delicatezza del momento non fa perdere alla città il senso della discrezione e nemmeno quello pratico. I dati di afflusso comunque sono più che confortanti, un po’ ovunque c’è soddisfazione per l’affluenza ai seggi, una su tutte una sezione in zona Lorenteggio: «Alle quattro di questo pomeriggio eravamo già al 49 per cento di votanti - spiega uno degli scrutinatori -, ero qui anche due anni fa per le regionali e alla stessa ora eravamo a meno del 25 per cento».
Del resto nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di mettere in dubbio il senso del dovere dei milanesi, in alcuni seggi c’era addirittura la fila, la stessa che in un ufficio postale fa subito gridare allo scandalo per i pochi sportelli aperti. Invece gente rilassata che parlava di tutto, specialmente dei dolori, quelli veri: «Sai, sono qui piena di Voltaren... Ma è colpa del tempo, dai, come si fa, siamo a primavera e piove, fa freddo e c’ho su la calzamaglia». Boato di consensi. Commenti anche duri sul tempo e tutto questo senza tirare in ballo il Governo.
Sussurri, mormorii, dalla Bicocca a Forze Armate, dal Forlanini ai Navigli tutto tranquillo. Nel tardo pomeriggio la Prefettura ha fatto sapere che la prima giornata era trascorsa senza irregolarità o segnalazioni particolari, a mantenere l’ordine le camionette dei Carabinieri all’entrata dei seggi, non in tutti ma quasi, Polizia e vigili Urbani all’interno. In zona Cordusio c’erano anche seggi con ascensore e gli uomini del servizio d’ordine prontissimi a farlo presente, con molta delicatezza, alle persone anziane.
I problemi, eventualmente, arriveranno al momento dello spoglio: «Qualcosa non va già adesso - confida uno degli scrutatori che ha voluto mantenere l’assoluto anonimato -. Per esempio il modo in cui la presidente del mio seggio consegna le schede: una sopra all’altra.

Così non va bene, perché se uno non le spariglia quando fa il segno, la prima scheda fa da carta carbone alla seconda, che poi viene invalidata. Parlo soprattutto per gli anziani che a queste cose non ci pensano».
Il commento viene sentito anche da una signora che si appresta al voto e gentilmente chiede: «Ma scusi, e il buon senso che fine ha fatto?».

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